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Israele accelera in Cisgiordania: via libera a 19 insediamenti

- di: Vittorio Massi
 
Israele accelera in Cisgiordania: via libera a 19 insediamenti
Israele accelera in Cisgiordania: via libera a 19 insediamenti
La mossa del governo spinge al massimo la linea dei falchi e riapre lo scontro politico e diplomatico.

(Foto: il primo ministro Benjamin Netanyahu con i soldati).

Nessun freno, nessuna pausa. Il governo israeliano ha autorizzato 19 nuovi insediamenti in Cisgiordania, una decisione che porta a 69 le colonie approvate in tre anni. Un ritmo che l’ala più dura dell’esecutivo rivendica come senza precedenti, mentre sul piano internazionale riaccende allarmi e critiche.

Una scelta politica dichiarata

La decisione nasce nel cuore del gabinetto di sicurezza e viene presentata come una svolta strategica. I promotori parlano apertamente di due obiettivi: rafforzare la presenza israeliana nei territori e impedire la nascita di uno Stato palestinese ritenuto ostile. È una linea che non cerca mediazioni lessicali e che rivendica un’interpretazione ideologica del sionismo come motore dell’espansione.

Il ritorno dei luoghi evacuati

Nel pacchetto approvato rientra anche la riattivazione di quattro insediamenti evacuati nel 2005 durante il disimpegno. Per l’esecutivo si tratta di una “correzione storica”; per i critici, di una forzatura giuridica che ribalta un precedente politico e legislativo ormai consolidato.

Diritto internazionale e silenzi globali

Le colonie in Cisgiordania sono generalmente considerate illegali dal diritto internazionale. Le Nazioni Unite hanno più volte avvertito che l’espansione “minaccia la fattibilità di uno Stato palestinese”. Nonostante ciò, l’annuncio è stato accolto da reazioni diplomatiche contenute, se non da un vero e proprio silenzio operativo.

Violenza sul terreno: West Bank e Gaza

Mentre le decisioni politiche corrono, la violenza continua. A Gaza City, fonti locali hanno segnalato vittime civili in operazioni con droni e crolli di edifici già colpiti in precedenza. In Cisgiordania settentrionale, scontri armati hanno portato alla morte di due giovani palestinesi, seguiti da tensioni tra coloni e residenti, feriti e arresti.

Il quadro politico più ampio

La scelta arriva nonostante precedenti pressioni internazionali, comprese prese di posizione statunitensi dei mesi scorsi e appelli europei a contenere le violenze dei coloni. Il messaggio che emerge è netto: la priorità del governo resta interna, rivolta alla propria base politica, anche a costo di nuove frizioni esterne. 

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