Quasi il 60% degli italiani promuove la legge di bilancio, esplode lo scontro.
Un numero, più di molti discorsi, riaccende il confronto politico sulla legge di bilancio.
Secondo un sondaggio diffuso il 21 dicembre 2025,
il 58,9% degli italiani approva la manovra economica.
Un dato che il governo rivendica come conferma della propria linea,
mentre le opposizioni lo bollano come l’ennesima operazione di propaganda.
Il dato che rafforza Palazzo Chigi
Il sondaggio, commissionato e pubblicato da Affaritaliani.it,
arriva all’indomani di un percorso parlamentare tutt’altro che lineare.
La maggioranza ha infatti vissuto ore di forte tensione prima del sì definitivo del Senato,
tra frizioni su pensioni, coperture e priorità di spesa.
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha commentato il risultato con toni misurati,
parlando di un incoraggiamento che aumenta il senso di responsabilità.
Tradotto: il consenso c’è, ma ora pesa ancora di più il dovere di dimostrare
che le scelte fatte avranno effetti concreti.
Centrodestra all’attacco: fisco e famiglie
Il centrodestra coglie l’occasione per rilanciare il racconto della manovra.
Matteo Salvini esclude qualsiasi ipotesi di crisi di governo
e rivendica di aver bloccato un possibile aumento dell’età pensionabile,
circolato nelle simulazioni tecniche.
Antonio Tajani parla invece di una manovra che sostiene il ceto medio,
grazie alla riduzione dell’Irpef e agli interventi a favore delle imprese,
considerati decisivi per la crescita.
Maurizio Lupi sottolinea l’impatto sulle famiglie,
quantificato in 3,9 miliardi di euro di misure complessive.
Condono e sanatoria, il tema che divide
Fratelli d’Italia spinge anche sul fronte della sanatoria edilizia,
con la riapertura dei termini legati al provvedimento del 2003.
Secondo i promotori, si tratta di un atto di giustizia amministrativa
verso cittadini rimasti esclusi per ragioni indipendenti dalla loro volontà.
Per le opposizioni, invece, è una scelta che riapre vecchie ferite
e manda un messaggio sbagliato sul rispetto delle regole.
Le opposizioni: “Numeri usati come spot”
Il Partito democratico contesta duramente il rilancio del sondaggio
da parte del principale telegiornale del servizio pubblico.
Il collegamento con il taglio delle risorse alla Rai
inserito nella manovra viene giudicato inquietante:
il rischio, denunciano, è quello di piegare l’informazione pubblica
a una narrazione favorevole al governo.
Accuse respinte dal centrodestra, che parla di polemica pretestuosa
e difende la legittimità del dato demoscopico come notizia.
Conte e il fronte sociale
Giuseppe Conte attacca su più piani.
Sul versante europeo mette in discussione la coerenza della destra
tra sovranismo e scelte sul debito comune.
Nel merito della manovra, la definisce
misera e ingiusta,
accusandola di ignorare la sanità pubblica,
penalizzare scuola e imprese
e di introdurre nuovi aggravi fiscali indiretti.
Il Pd rilancia parlando di una legge di bilancio
che non risponde ai bisogni reali degli italiani
e annuncia una battaglia parlamentare per modificarne l’impianto.
Consenso fotografato, scontro aperto
Il sondaggio rafforza politicamente il governo,
ma non chiude il confronto.
Anzi, lo esaspera.
La manovra è diventata il terreno simbolico
di una sfida più ampia su informazione, priorità sociali
e credibilità delle scelte economiche.
E i numeri, da soli, non basteranno a spegnerla.