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Israele intensifica le operazioni militari in Siria: colpite le basi di Tadmur e T4

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Israele intensifica le operazioni militari in Siria: colpite le basi di Tadmur e T4

Nel cuore della notte, nuove esplosioni hanno squarciato il silenzio nella Siria centrale. Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno colpito due importanti basi militari nei pressi di Tadmur (antica Palmira) e nell’area dell’aeroporto militare di T4, in una delle operazioni aeree più significative degli ultimi mesi nel territorio siriano. A darne notizia sono state fonti locali e media arabi, confermate in seguito da dichiarazioni ufficiali delle autorità israeliane.

Israele intensifica le operazioni militari in Siria: colpite le basi di Tadmur e T4

L’attacco si inserisce nel quadro delle operazioni mirate che Israele conduce regolarmente in Siria contro obiettivi legati all’Iran e alle milizie sciite filoiraniane, presenti in particolare nelle zone orientali e meridionali del Paese. Secondo fonti dell’opposizione siriana, gli obiettivi colpiti erano depositi di armi, centri di comando e infrastrutture logistiche utilizzate dal Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica iraniana (IRGC) e da Hezbollah.

Le IDF, nel consueto stile sobrio che accompagna le comunicazioni su queste operazioni, non hanno fornito dettagli specifici sul numero di raid effettuati, né sugli esiti in termini di vittime o danni strutturali. Tuttavia, hanno ribadito in una nota: “Continuiamo a operare in tutta la regione per rimuovere ogni minaccia alla sicurezza dei cittadini israeliani. Non permetteremo all’Iran di radicarsi militarmente in Siria né di usare il territorio siriano come base per attacchi contro Israele”.

L’aeroporto T4, già in passato teatro di attacchi israeliani, è considerato un hub strategico per i voli cargo iraniani e per il trasporto di armi avanzate destinate alle milizie che operano tra Siria e Libano. Anche l’area di Tadmur rappresenta un punto sensibile, essendo da anni sotto il controllo di truppe siriane e alleate iraniane.

L’operazione si inserisce in un contesto di crescente tensione regionale. Mentre a Gaza continua il conflitto tra Israele e Hamas, i fronti nordici, in particolare il confine con il Libano e la Siria, restano ad altissimo rischio di escalation. Negli ultimi mesi, sono aumentate le incursioni, gli scontri e i lanci di razzi da parte di Hezbollah, con Israele che ha risposto con artiglieria e raid mirati.

Nel frattempo, la diplomazia internazionale segue con crescente preoccupazione l’espansione del conflitto su scala regionale. L’Iran ha più volte ammonito Israele, minacciando ritorsioni “devastanti” in caso di attacchi ai suoi interessi. Tuttavia, Tel Aviv mantiene la sua linea: impedire in ogni modo che Teheran consolidi la propria presenza militare alle porte d’Israele.

Secondo alcune fonti militari occidentali, le recenti operazioni potrebbero rappresentare l’inizio di una nuova fase del conflitto a bassa intensità tra Israele e l’asse Iran-Siria-Hezbollah. Un equilibrio precario che, complice la guerra a Gaza e le tensioni globali, rischia di trasformarsi in qualcosa di molto più ampio e destabilizzante.

Le prossime ore potrebbero essere decisive per comprendere la portata e le conseguenze del raid israeliano. Gli occhi del mondo restano puntati sul Medio Oriente, dove ogni azione militare può accendere nuovi focolai e compromettere ulteriormente ogni ipotesi di tregua o soluzione diplomatica.

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