Istat: nel 2024 l'86,2% degli italiani ha accesso a Internet. Ma la sfida digitale non è finita
- di: Cristina Volpe Rinonapoli

La diffusione di Internet non riguarda più soltanto l’ambito tecnologico: è diventata un indicatore chiave della partecipazione civile, economica e sociale. Connettersi alla rete significa oggi esercitare diritti fondamentali, accedere a servizi essenziali, partecipare alla vita pubblica. La recente rilevazione dell'Istat sul rapporto tra cittadini e tecnologie dell'informazione fotografa un'Italia in rapido cambiamento, in cui l’accesso digitale si consolida come requisito imprescindibile della modernità. Ma se i numeri raccontano una crescita, restano aperte sfide profonde legate alla qualità dell'inclusione e alla piena consapevolezza d'uso.
Istat: nel 2024 l'86,2% degli italiani ha accesso a Internet. Ma la sfida digitale non è finita
Secondo il rapporto dell’Istat, nel 2024 l’accesso a Internet ha raggiunto l’86,2% della popolazione, con un incremento di 2,5 punti percentuali rispetto all'anno precedente. Il dato è ancora più significativo tra le famiglie con almeno un componente di età compresa tra i 16 e i 74 anni, dove la percentuale sale al 93,4%, praticamente in linea con la media europea del 94,1%. Una progressione che testimonia gli sforzi compiuti negli ultimi anni per ridurre il digital divide infrastrutturale, ma che spinge a riflettere anche sulle nuove forme di esclusione che rischiano di radicarsi in una società sempre più digitale.
Competenze e partecipazione: la nuova frontiera dell'inclusione
Il superamento delle barriere d'accesso, certificato dall'Istat, non esaurisce il cammino verso una società pienamente digitale. Se la connessione è oggi alla portata della grande maggioranza degli italiani, la capacità di navigare consapevolmente, utilizzare strumenti online in modo sicuro e critico, restano traguardi ancora lontani per ampie fasce di popolazione. Il futuro del digitale non si gioca più soltanto sull'infrastruttura, ma sulla costruzione di competenze diffuse e sulla capacità delle istituzioni di accompagnare i cittadini in un percorso di vera cittadinanza digitale.
Disuguaglianze persistenti e nuove vulnerabilità
L’indagine dell’Istat mette in luce anche le sacche di resistenza alla digitalizzazione. I territori più periferici, le famiglie a basso reddito, le persone anziane continuano a registrare tassi di accesso inferiori alla media. La crescita complessiva non deve nascondere il rischio che il digitale, invece di colmare i divari sociali, finisca per accentuarli. In un’Italia che guarda alla transizione digitale come motore di sviluppo economico e inclusione sociale, la sfida principale resta quella di non lasciare indietro nessuno, di costruire una rete che sia davvero per tutti.
Internet come bene comune: una sfida culturale per l’Italia
I dati Istat mostrano un’Italia che ha saputo recuperare terreno nella digitalizzazione, ma il cammino verso una società pienamente inclusiva è ancora lungo. Riconoscere Internet come un bene comune, garantire a tutti l'accesso non solo fisico ma anche culturale alla rete, promuovere un uso consapevole e sicuro delle tecnologie: sono queste le sfide che attendono il Paese. Perché solo così l’Italia potrà trasformare la rivoluzione digitale in una occasione di crescita civile ed economica, senza sacrificare la coesione sociale e il diritto all’informazione di ogni cittadino.