Istat: cresce il Pil nel primo trimestre, investimenti e domanda interna trainano l’economia italiana
- di: Cristina Volpe Rinonapoli

Nel primo trimestre del 2025 il Prodotto interno lordo italiano è cresciuto dello 0,3% rispetto al trimestre precedente. A certificare la ripresa è l’Istat, che ha diffuso la stima completa dei conti economici trimestrali confermando i dati preliminari. Su base annua, la crescita è stata rivista al rialzo allo 0,7%, rispetto allo 0,6% stimato inizialmente. Anche la crescita acquisita per l’intero 2025 migliora: dallo 0,4% della prima valutazione allo 0,5% attuale. I dati mostrano un’espansione trainata principalmente dalla domanda interna e dagli investimenti, ma evidenziano al contempo un lieve calo dei servizi e un impatto negativo dovuto alla variazione delle scorte.
Istat: cresce il Pil nel primo trimestre, investimenti e domanda interna trainano l’economia italiana
Guardando ai dettagli, tutti i principali aggregati della domanda interna hanno registrato una crescita. I consumi finali nazionali sono aumentati dello 0,1%, mentre gli investimenti fissi lordi sono saliti dell’1,6%, contribuendo in modo significativo al dato complessivo. La domanda nazionale, al netto delle scorte, ha fornito un apporto positivo alla crescita del Pil per 0,4 punti percentuali: in particolare, 0,1 punti derivano dai consumi delle famiglie e delle istituzioni sociali private (Isp), e 0,3 dagli investimenti. In controtendenza, la spesa delle amministrazioni pubbliche ha sottratto 0,1 punti percentuali, confermando un calo dell’intervento pubblico diretto nel trimestre.
Importazioni ed esportazioni in crescita
Anche la componente estera ha dato segnali incoraggianti. Le esportazioni sono aumentate del 2,8%, superando leggermente l’aumento delle importazioni, cresciute del 2,6%. Questo equilibrio ha portato a un contributo positivo netto della domanda estera sul Pil pari a 0,1 punti percentuali. La crescita del commercio internazionale, sebbene contenuta, suggerisce un progressivo rafforzamento della competitività del sistema produttivo italiano sui mercati esteri. Resta tuttavia il nodo strutturale dell’export legato a settori altamente ciclici e soggetti alla volatilità globale.
Agricoltura e industria in espansione, servizi in leggera flessione
Sul fronte della produzione, il valore aggiunto ha registrato un incremento significativo in agricoltura, silvicoltura e pesca (+1,4%) e nell’industria (+1,2%). Si tratta di segnali di vitalità che compensano in parte la lieve contrazione dei servizi, scesi dello 0,1% rispetto al trimestre precedente. La dinamica positiva del settore agricolo potrebbe essere legata a condizioni climatiche favorevoli o all’aumento della domanda interna di prodotti primari, mentre il buon andamento dell’industria suggerisce una ripresa nella manifattura, in particolare nei beni strumentali e intermedi. Il calo nei servizi, seppur contenuto, richiede attenzione, soprattutto per il peso che questo comparto ha sull’intera economia nazionale.
Occupazione in miglioramento: più ore lavorate e più redditi
Gli effetti positivi si riscontrano anche nel mercato del lavoro. Secondo l’Istat, nel primo trimestre sono cresciute dell’1% le ore lavorate, segno di una maggiore intensità produttiva, e dello 0,7% le posizioni lavorative. Anche i redditi pro-capite mostrano un incremento dello 0,5%, un dato che lascia sperare in una graduale ripresa del potere d’acquisto delle famiglie, nonostante le pressioni inflazionistiche. La combinazione di più ore lavorate e maggiori redditi indica una fase di crescita più solida rispetto al passato recente, benché ancora lontana da tassi sostenuti e generalizzati.
Prospettive e nodi da sciogliere
La fotografia del primo trimestre 2025 conferma che l’economia italiana sta attraversando una fase di crescita contenuta ma costante. La revisione al rialzo dei dati tendenziali e acquisiti migliora la prospettiva per l’intero anno, ma la debolezza di alcuni settori, come i servizi e la spesa pubblica, impone prudenza. Il sistema produttivo mostra segnali di resilienza, ma restano irrisolti i nodi legati alla produttività, alla stabilità degli investimenti e all’equilibrio della domanda esterna. Le prossime rilevazioni diranno se la ripresa può consolidarsi o se resterà appesa a fattori contingenti.