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IA: boom tra le PMI, ma il divario con le grandi imprese resta enorme. I dati Istat

- di: Bruno Coletta
 
IA: boom tra le PMI, ma il divario con le grandi imprese resta enorme. I dati Istat
Nel 2024, un terzo delle grandi imprese italiane utilizza tecnologie di intelligenza artificiale (IA), un dato in aumento rispetto agli anni precedenti, ma ancora distante dalla media europea. Questo è quanto emerge dal report annuale dell’Istat sulla digitalizzazione e l’uso delle tecnologie ICT nelle imprese italiane. L’analisi, condotta tra maggio e luglio 2024, offre una panoramica completa sull’adozione di soluzioni digitali e sulle sfide da affrontare per colmare il divario con gli altri Paesi europei.

La crescita dell’intelligenza artificiale
Secondo il rapporto, nel 2024 l’8,2% delle imprese con almeno 10 addetti ha adottato almeno una delle sette tecnologie IA analizzate, un incremento significativo rispetto al 5% del 2023. Questo dato sale al 32,5% tra le grandi imprese, sottolineando la disparità dimensionale nell’adozione tecnologica. Le tecnologie più utilizzate includono l’analisi dei dati testuali (54,5%), la generazione automatica di linguaggio scritto o parlato (45,3%) e il riconoscimento vocale (39,9%).
Alessandro Mencarini, esperto di trasformazione digitale presso il Politecnico di Milano, ha commentato: “L’intelligenza artificiale è ormai un asset strategico per molte aziende, ma è necessario investire ulteriormente per estenderne l’adozione alle piccole e medie imprese.

Disparità tra PMI e grandi imprese
Le piccole e medie imprese (PMI) mostrano ritardi significativi rispetto alle grandi realtà. Solo il 16,9% delle PMI ha organizzato corsi di formazione ICT per i propri dipendenti nel 2024, contro il 67% delle grandi imprese. Inoltre, mentre il 96,3% delle grandi aziende utilizza strumenti per riunioni a distanza, questa percentuale scende al 47,3% tra le PMI.
Il Digital Intensity Index (DII), che misura l’adozione di 12 tecnologie digitali, colloca il 70,2% delle PMI italiane a un livello di digitalizzazione “base”, un dato al di sotto della media UE del 72,9%.

Sicurezza informatica e investimenti
Un altro aspetto cruciale è la sicurezza informatica: il 75,9% delle imprese con almeno 10 addetti adotta almeno tre misure di sicurezza ICT, ma solo il 23,9% utilizza la crittografia per proteggere i dati. Tra le grandi imprese, il 91,4% forma regolarmente i dipendenti sulla sicurezza, mentre tra le PMI questa quota scende al 62,1%.
Sul fronte degli investimenti futuri, il report evidenzia che il 70,3% delle imprese che già utilizzano IA ha pianificato ulteriori investimenti nel settore entro il 2026. Tuttavia, solo il 15% delle aziende che non utilizzano IA prevede di farlo.

Vendite online: una crescita moderata
Nel 2024, il 20,4% delle imprese italiane ha effettuato vendite online, con un fatturato medio del 16,9% proveniente dall’e-commerce. Le imprese più grandi rappresentano il 49% del totale delle vendite online, evidenziando ancora una volta una disparità dimensionale.
Tra i settori più attivi nell’e-commerce figurano il commercio (28,4%) e l’alloggio (14,4%), mentre il 51,2% delle imprese che vendono online si rivolge anche a mercati esteri.

Incentivi pubblici e opportunità
Il 57,8% delle imprese considera fondamentali gli incentivi pubblici per accelerare la digitalizzazione. Tuttavia, è necessario un maggiore supporto per aumentare le competenze tecnologiche tra i lavoratori, specialmente nelle PMI. Secondo Giulia Rossi, direttrice dell’Osservatorio Digital Transformation, Il governo deve intensificare gli sforzi per rendere accessibili le tecnologie digitali alle imprese più piccole, incentivando la formazione e la collaborazione con i centri di ricerca.

In sintesi

Il rapporto dell’Istat sottolinea un progresso tangibile nella digitalizzazione delle imprese italiane, ma mette in luce anche sfide significative. Colmare il divario con l’Europa richiede una strategia coordinata che includa investimenti in IA, formazione e infrastrutture. Solo attraverso un impegno condiviso tra settore pubblico e privato, l’Italia potrà sfruttare appieno le opportunità offerte dalla trasformazione digitale.

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