Istituto Nazionale del dramma antico: la "scena del potere" al teatro greco di Siracusa

- di: Francesco d'Alfonso
 

È da centoquattro anni che i versi dei grandi tragediografi e commediografi dell’antica Grecia vibrano tra le pietre del Teatro greco di Siracusa, e senza sosta risuonano sotto il sole rovente d’inizio estate, che immortala parole e gesti, unendo il presente al passato remoto. Perché gli uomini sono sempre uguali a se stessi, fin dalla notte dei tempi, e le dinamiche che governano le loro vite sono immutabili quanto, spesso, irrazionali. Assistere a una tragedia greca, o a una commedia, significa allora guardarsi allo specchio: ecco perché, tutti gli anni, migliaia di spettatori accorrono al teatro siracusano, dove si ridà vita, come fosse un rito, al dramma antico, e lo si consegna a punti di vista sempre differenti. Un’intuizione, questa, del conte Mario Tommaso Gargallo, che nel 1913, insieme a un gruppo di amici, nobili e facoltosi, fondò a Siracusa l’INDA, l’Istituto Nazionale del Dramma Antico. Agamennone di Eschilo fu la prima opera messa in scena, nel 1914, con la direzione artistica, la traduzione e le musiche di Ettore Romagnoli: da allora, le grandi figure tragiche create da Eschilo, Sofocle, Euripide, insieme ai personaggi di Aristofane, sono tornati in vita grazie ai volti, la voce e i gesti di artisti che hanno lasciato un segno indelebile nella storia, e non solo in quella del teatro.

Ritorna dunque, anche quest’anno, dal 10 maggio all’8 luglio, il celebre Festival siracusano, il cui tema, “La scena del potere”, sarà declinato attraverso tre nuove produzioni dell’INDA, le tragedie Edipo a Colono di Sofocle ed Eracle di Euripide, e la commedia I Cavalieri di Aristofane.
«L’intestazione della stagione 2018 allude all’aspetto proteiforme dell’uomo di potere – spiega il direttore artistico Roberto Andò – così come ce lo hanno consegnato la tragedia e la commedia antiche. Eroico o tirannico, o, a volte, tout court ridicolo, il volto del potere riflesso nelle opere che saranno rappresentate quest’anno al Teatro greco di Siracusa, offre tutte le sfaccettature del caso».
Consapevole della mutevolezza del potere, l’uomo greco ha sempre riflettuto su quello che Luciano Canfora definisce il «tragico corto circuito» che scaturisce proprio dall’esercizio del potere, che può portare un governante saggio, o persino un eroe, a diventare un despota violento.
«Tra tragedia e commedia, la “scena del potere” offerta dagli autori del tempo – continua Andò – espone una geniale oscillazione di stati d’animo, che va dall’eroismo alla tirannide, sino alla loro parodia farsesca, in una molteplicità di sfumature che appartengono al segno ambiguo e profondo della grande letteratura drammatica».

In una stagione proiettata ad aprire all’INDA le porte di una dimensione europea, la Fondazione rispetta l’impegno di portare grandi nomi a Siracusa, con il debutto al Festival di un terzetto di registi la cui notorietà travalica i confini nazionali: Yannis Kokkos per Edipo a Colono, Emma Dante per Eracle e Giampiero Solari per I Cavalieri.
«Tre registi che declinano visioni diverse del teatro – chiarisce Roberto Andò – ognuno con una voce riconosciuta a livello internazionale». Ed è il direttore artistico a spiegare nel dettaglio i motivi che lo hanno spinto a coinvolgere tre personalità di spicco nella scena europea del teatro contemporaneo: «Yannis Kokkos, regista greco naturalizzato francese, porta con sé una cifra espressiva in grado di evocare spazi incantati e astratti, intrecciando in una sintesi mirabile le meraviglie della natura e quelle della mente; Emma Dante, ovunque premiata per la sua forte personalità creativa, per il suo coraggio espressivo, per lo stile inconfondibile dei suoi spettacoli; Giampiero Solari, acclamato regista e autore televisivo, è l’eclettico maestro dei più apprezzati comici nostrani: a lui spetta il testimone della sfida iniziata lo scorso anno dal nostro festival per rinnovare il codice della commedia, rinsaldandone il difficile patto con il pubblico di oggi». Una sfida, inoltre, che mira a raggiungere orizzonti artistici e culturali sempre nuovi, e che punti a fare dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico un’eccellenza riconosciuta a livello italiano ed europeo. Anche questo è il motivo che ha guidato Roberto Andò, in accordo con il Commissario straordinario dell’INDA Pier Francesco Pinelli, nella scelta di affidare a questi registi gli spettacoli della stagione 2018: «La Fondazione offre al Teatro greco di Siracusa il ruolo nevralgico di laboratorio da cui rimodellare il linguaggio dei classici, tramandandone il patrimonio alle nuove generazioni e a un pubblico sempre più contraddistinto dall’assenza di confini». E conclude: «Una moltitudine di spettatori che nel riacciuffare il filo prezioso delle origini del teatro, vuole riflettere sul senso della propria comunanza e cittadinanza, chiedendo al teatro e all’interpretazione dei testi antichi l’audacia di inoltrarsi oltre la regola e l’ovvio, oltre il già saputo, lì dove comincia la sorpresa e l’ignoto».

 
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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