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“L’Italia si sta svuotando”: Giorgetti all’Anci chiama all’ultimo assalto contro lo spopolamento

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
“L’Italia si sta svuotando”: Giorgetti all’Anci chiama all’ultimo assalto contro lo spopolamento

L’allarme lo lancia subito, senza giri di parole, con il tono di chi ha visto i numeri e sa quanto pesino: “Non possiamo ignorare la questione demografica”. Davanti all’assemblea dell’Anci, anche se in videocollegamento, Giancarlo Giorgetti non usa eufemismi. Descrive un’Italia che si sta assottigliando, che perde pezzi di sé soprattutto nelle sue aree interne, nei borghi montani, nei territori fragili che rischiano di diventare luoghi fantasma. E il ministro chiarisce che il fenomeno non è una conseguenza passiva: «Lo spopolamento non è solo effetto del calo delle nascite, ma spesso ne è una causa».

“L’Italia si sta svuotando”: Giorgetti all’Anci chiama all’ultimo assalto contro lo spopolamento

Dietro ogni valigia che lascia un paese, Giorgetti individua un vuoto che precede il gesto: «Ci sono zone che si svuotano perché mancano servizi, lavoro, collegamenti e prospettive». È la mappa delle assenze a generare l’emigrazione interna – dalle scuole ai presidi sanitari, dai trasporti ai luoghi della socialità – ed è lì che secondo il ministro si gioca una delle partite decisive per la coesione nazionale.

Il suo messaggio è perentorio: «Contrastare lo spopolamento significa rendere conveniente restare». Non un richiamo poetico alla “bellezza dei borghi”, ma un elenco concreto di ciò che serve per non lasciar morire pezzi di Italia: infrastrutture, sanità, scuola, sicurezza, cultura. Un pacchetto di funzioni vitali che definisce l’esistenza stessa di una comunità.

Quando un paese perde abitanti, perde fiducia nello Stato
Giorgetti allarga poi il discorso, trasformando la demografia in una questione di legittimità istituzionale. «Quando un comune perde abitanti perde vita, identità e fiducia nello Stato». Non è solo un fenomeno statistico: è la percezione di abbandono che si radica e che può sgretolare il rapporto tra cittadini e istituzioni.
Quello del ministro è il tentativo di riportare la demografia nel cuore dell’agenda politica. Non più un tema da demografi, ma un elemento strutturale della stabilità nazionale.


Autonomia sì, ma con capacità gestionale

Il discorso scivola poi sul terreno dell’autonomia finanziaria dei Comuni, tema su cui i sindaci chiedono da tempo risposte. Giorgetti ricorda che la vera autonomia «si misura nella capacità di gestire le entrate e riscuotere i tributi con efficienza». Per questo inserisce nella strategia la riforma della riscossione e il nuovo ruolo operativo di Amco, che – promette – garantiranno «una gestione più efficace dei crediti con strumenti moderni e responsabilità».
Una promessa che punta a liberare risorse e a dare ai municipi strumenti più solidi per affrontare bilanci sempre più fragili.

Personale: il nodo che blocca gli enti locali
Senza capitale umano, ricorda Giorgetti, non si va da nessuna parte. «Senza persone qualificate nessuna riforma o investimento può funzionare». Ed è per questo che il ministro apre sulla questione più dolorosa per decine di piccoli Comuni: i vincoli di spesa sul personale.

«Il Governo condivide la necessità di alleggerire i vincoli, soprattutto nei comuni più piccoli». È un impegno politico, e una risposta diretta ai sindaci. La Legge di Bilancio contiene «alcune piccole deroghe di spesa», definite dal ministro «un primo passo» che potrà essere ampliato. Il tema, però, resta enorme: assunzioni bloccate, età media in aumento, competenze digitali insufficienti per gestire Pnrr e nuove funzioni amministrative.

Il caso dei segretari comunali: la macchina si inceppa
Tra le parole più dure del suo intervento, quelle dedicate ai segretari comunali, figura centrale dell’architettura amministrativa italiana ma ormai rara come un bene di lusso. «So bene quanto pesi la carenza dei segretari: è un problema serio che incide sulla continuità amministrativa e sulla trasparenza».

Qui la ricetta del ministro combina formazione, assunzioni mirate e soluzioni temporanee per evitare che gli enti più piccoli restino scoperti. Una situazione che, se non risolta, rischia di paralizzare l’attività amministrativa proprio nelle zone dove invece lo Stato dovrebbe essere più presente.

La coesione nazionale come obiettivo politico
Il filo rosso che attraversa tutto il discorso è la difesa del territorio come difesa dell’idea stessa di Paese. «Difendere il territorio significa difendere la coesione nazionale», ripete Giorgetti.
Un concetto che suona come un avvertimento: lasciare che i luoghi si svuotino significa arrendersi a un’Italia più fragile, più diseguale, più lontana da sé stessa.

E l’Anci raccoglie, ancora una volta, il ruolo di cerniera tra Paese reale e istituzioni. Giorgetti lo sa e con il suo discorso indica una strada: investire dove la Repubblica rischia di diventare solo un ricordo. Un invito, forse, a una nuova stagione politica in cui demografia, servizi e infrastrutture non siano capitoli laterali, ma la vera ossatura del futuro nazionale.

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