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Italia, in crescita la spesa per ricerca e sviluppo: 29,4 miliardi nel 2023

- di: Bruno Legni
 
Italia, in crescita la spesa per ricerca e sviluppo: 29,4 miliardi nel 2023

La spesa per attività di ricerca e sviluppo in Italia ha raggiunto i 29,4 miliardi di euro nel 2023, segnando un incremento del 7,7% a prezzi correnti rispetto all’anno precedente. Lo rivela l’ultimo comunicato dell’Istat, che conferma come l’Italia, pur restando sotto la media europea, stia continuando a rafforzare gli investimenti in innovazione.

Italia, in crescita la spesa per ricerca e sviluppo: 29,4 miliardi nel 2023

L’incidenza della spesa R&S sul prodotto interno lordo rimane ferma all’1,37%, lo stesso valore registrato nel 2022. Un dato che mette in luce una dinamica interessante: gli investimenti crescono in valore assoluto, ma la crescita del Pil fa sì che il rapporto resti stabile. Si tratta comunque di un indicatore importante, perché misura l’impegno strutturale del Paese a sostenere la competitività e il progresso tecnologico.

Chi investe di più
La quota maggiore della spesa proviene dal settore privato: imprese e aziende continuano a rappresentare il motore principale degli investimenti in ricerca, con programmi dedicati all’innovazione di prodotto e di processo. Seguono le università e gli enti pubblici di ricerca, che svolgono un ruolo essenziale soprattutto sul fronte della ricerca di base. In crescita anche il contributo delle istituzioni non profit, sempre più attive in ambiti specifici come la salute e l’ambiente.

Dove si concentra la ricerca
Geograficamente, il baricentro della R&S italiana resta concentrato nelle regioni del Nord, con la Lombardia in testa per volumi assoluti, seguita da Emilia-Romagna, Piemonte e Veneto. Nel Centro spicca il Lazio grazie al peso delle università e dei grandi centri di ricerca pubblici, mentre il Mezzogiorno continua a scontare ritardi strutturali, pur mostrando segnali di crescita in Puglia, Campania e Sicilia.

Confronto europeo
Rispetto alla media dell’Unione Europea, che si attesta attorno al 2,3% del Pil, l’Italia continua a essere in ritardo. Paesi come Germania e Svezia superano il 3%, mentre Francia e Olanda viaggiano stabilmente sopra il 2%. Colmare il divario resta quindi una priorità, soprattutto in vista delle transizioni tecnologica e digitale che stanno trasformando interi settori produttivi.

Le prospettive 2024-2025
Secondo le stime Istat, la spesa in R&S dovrebbe continuare a crescere anche nel biennio successivo, trainata dagli investimenti legati al PNRR e ai programmi europei per l’innovazione. Tuttavia, molto dipenderà dalla capacità del sistema Paese di trasformare i fondi disponibili in progetti concreti, evitando frammentazioni e dispersioni.

Perché conta investire in ricerca
Gli esperti ricordano che la ricerca non è solo una voce di spesa, ma un investimento strategico in grado di produrre effetti a lungo termine: aumento della produttività, creazione di occupazione qualificata, attrazione di talenti e capitali dall’estero. In un contesto globale caratterizzato da forti competizioni tecnologiche, l’Italia non può permettersi di restare indietro.

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