Johnson, prima dell'addio, 'regala' al Regno Unito una nuova centrale nucleare

- di: Redazione
 
Il primo ministro britannico Boris Johnson (il cui successore alla guida dei conservatori e, quindi, a Downing Street sarà scelto tra pochi giorni) ha promesso 700 milioni di sterline (810 milioni di euro) di finanziamenti governativi per una nuova centrale nucleare, come parte di una campagna per migliorare la sicurezza energetica del Regno Unito.

Gran Bretagna: Boris Johnson finanzia un progetto per una nuova centrale nucleare

Johnson ha affermato che il picco dei prezzi globali del gas causato dall'invasione russa dell'Ucraina ha mostrato perché nel Regno Unito fosse necessaria una maggiore capacità di generazione nucleare
Per l'impianto, chiamato Sizewell C, è stato scelto un suo sito sulla costa del Suffolk, nell'Inghilterra orientale. La società energetica francese EDF, che finanzierà in parte il progetto, ha affermato di poter generare elettricità a basse emissioni di carbonio per almeno 60 anni una volta completato il progetto. L'impianto costerà circa 20 miliardi di sterline. Il governo britannico ha dato il via libera all'impianto a luglio e sono in corso discussioni su come finanziarlo.

In uno degli ultimi discorsi pubblici come primo ministro, Johnson ha detto che ''il nucleare sembra sempre relativamente costoso da costruire e da gestire. Ma guarda cosa sta succedendo oggi, guarda i risultati della guerra di Putin. Oggi è certamente economico rispetto agli idrocarburi”.
Johnson lascerà formalmente l'incarico martedì, cedendo il potere al ministro degli Esteri Liz Truss o all'ex capo del Tesoro Rishi Sunak, i due finalisti nella corsa alla leadership del Partito conservatore.
Molti in Gran Bretagna si aspettano che il successore di Johnson annunci misure urgenti per alleviare lo shock finanziario di milioni di persone che avranno difficoltà a riscaldare le proprie case questo inverno, poiché i prezzi dell'energia domestica da ottobre saliranno dell'80%.

Il Regno Unito vuole ridurre la sua dipendenza dalle importazioni di petrolio e gas e generare energia più economica e più pulita a livello nazionale. Il governo ha affermato che vuole che il 95% dell'elettricità britannica provenga da fonti a basse emissioni di carbonio entro il 2030.

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