Klimt da record: l’eredità Lauder ridisegna il mercato dell’arte globale

Il ritratto di Elizabeth Lederer di Gustav Klimt ha raggiunto i 236 milioni di dollari, più diritti d’asta, stabilendo il nuovo massimo storico per l’artista e inaugurando nel modo più spettacolare il quartier generale di Sotheby's nel Breuer Building su Madison Avenue. L’opera proveniva dalla collezione del magnate dei cosmetici Leonard Lauder, scomparso lo scorso giugno, e rappresentava uno dei pezzi più attesi della stagione autunnale.

Klimt da record: l’eredità Lauder ridisegna il mercato dell’arte globale

L’opera, commissionata nel 1914 dai genitori della giovane Elizabeth – figlia del mecenate che sostenne gran parte della produzione del Klimt maturo – era stata acquistata da Lauder nel 1985 presso la galleria Serge Sabarsky, anch’essa punto di riferimento per il modernismo viennese negli Stati Uniti.

Una collezione che muove capitali globali
Il ritratto è il primo dei tre Klimt provenienti dalla collezione Lauder inseriti nella tornata d’aste. La vendita conferma non solo il valore museale del nucleo raccolto dal filantropo americano, ma anche la sua capacità di orientare il mercato primario e secondario dell’arte del primo Novecento.

La strategia di Sotheby’s è chiara: spingere sul posizionamento dell’arte come asset class stabile in un momento di alta volatilità finanziaria. Le collezioni dei grandi imprenditori americani – da Lauder ai Rockefeller – rappresentano ancora oggi un segmento capace di mobilitare capitali con tempistiche e logiche analoghe ai grandi fondi alternativi.

Klimt e l’effetto Vienna: domanda in crescita
Il risultato raggiunto dal ritratto di Elizabeth Lederer conferma la fase di inflazione positiva che riguarda i capolavori del modernismo mitteleuropeo. Klimt, Schiele, Kokoschka – tradizionalmente forti sul mercato europeo – stanno conoscendo un crescente interesse da parte dei collezionisti di Stati Uniti, Asia e Medio Oriente.

La spinta arriva soprattutto dall’alta disponibilità di liquidità privata e dalla ricerca di opere con forte riconoscibilità iconica, parametri sempre più rilevanti per investitori che trattano l’arte come diversificazione patrimoniale.

Il ruolo di Sotheby’s e l’asticella sempre più alta
La performance “al cardiopalma” ottenuta nella serata inaugurale al Breuer Building è anche una risposta diretta alla competizione tra le grandi case d’asta. Christie’s, indebolita da recenti difficoltà logistiche e cyber, ha perso parte della sua forza nei segmenti ultra-blu-chip. Sotheby's, sotto proprietà del gruppo Patrick Drahi, continua invece a puntare su vendite-evento di forte impatto, anche a costo di assumersi rischi significativi nella garanzia dei lotti.

Il risultato ottenuto da Klimt rappresenta quindi non solo un record artistico, ma anche un segnale per il settore: il pubblico alto di gamma continua a investire, purché l’offerta sia rarissima e con pedigree eccezionale.

L’eredità Lauder come leva culturale e finanziaria
La collezione assemblata da Leonard Lauder – legata anche a importanti donazioni al Metropolitan Museum – continua ad agire come leva doppia, culturale e finanziaria. La vendita del ritratto di Elizabeth certifica il peso del collezionismo industriale americano nel definire la curva dei prezzi globali e, al tempo stesso, sottolinea la centralità delle raccolte private nella costruzione della memoria museale del Novecento.

I prossimi due Klimt in catalogo definiranno se il risultato di 236 milioni sarà un picco isolato o l’inizio di un nuovo ciclo rialzista per l’artista. Per ora, il segnale è inequivocabile: il mercato dell’arte di fascia altissima continua a essere uno degli spazi più resilienti del capitalismo contemporaneo.