Sprint della Pa: numeri, profili, tempi e perché conta davvero.
La notizia è semplice e potente: con un Dpcm (Decreto del presidente del consiglio dei ministri) il Governo ha autorizzato 9.300 assunzioni a tempo indeterminato in 33 amministrazioni, per circa 300 milioni di euro. È la più robusta iniezione di organico degli ultimi anni e non è solo un riempitivo di caselle: cambia il ritmo della macchina pubblica, dal fisco alla cultura, dalla giustizia al lavoro.
Un decreto che sblocca i concorsi
Il Dpcm, firmato di concerto con Mef, autorizza sia l’avvio delle procedure sia le assunzioni. Nella nota del Dipartimento si specifica anche una semplificazione molto attesa: le facoltà assunzionali degli anni precedenti si considerano esercitate con la pubblicazione del bando. Tradotto: meno impasse, tempi più certi. È scritto nero su bianco nella comunicazione ministeriale e ripreso dalle cronache economiche.
Dove vanno i posti (e quanti sono)
Agenzia delle Entrate: 1.272 unità tra dirigenti, funzionari e assistenti (il Dpcm mostra, tra l’altro, 1.015 funzionari via concorso + 255 tra mobilità/riammissioni + 2 dirigenti di I fascia, per un totale che combacia coi 1.272 indicati). Agenzia delle Dogane e Monopoli: 410. Inps: 1.305 (nel decreto spiccano 1.163 unità su budget 2024 e un ulteriore blocco su budget 2025, che porta il totale d’insieme al dato complessivo). Difesa: 2.424 complessive (due tabelle: 1.431 + 993). Interno: 550 nel 2025, più l’autorizzazione a bandire 1.072 posti per 2026-2027. Giustizia: 408 nel 2025 + 41 per il Dap + 100 per la Giustizia minorile e di comunità. Cultura: 550. Ispettorato nazionale del Lavoro: 210. Questi volumi sono riscontrabili nelle tabelle allegate al decreto.
Che profili cerca la Pa (e perché)
Non solo amministrativi. Il perimetro comprende dirigenti, elevate professionalità, funzionari e assistenti, magistrati del Tar, medici Inps, professionisti tecnici, operatori culturali. L’obiettivo dichiarato è rafforzare la capacità operativa e migliorare la qualità dei servizi. Lo ha ripetuto il Ministro Paolo Zangrillo, che parla di “risultato importante” e di “servizi migliori per cittadini e imprese”.
Le parole (e la linea) del Governo
Zangrillo ha scandito: “Un risultato importante che consente di contribuire alla riduzione dell’arretrato di fabbisogni e di rispondere in maniera più efficace alle esigenze organizzative… l’obiettivo è migliorare la qualità dei servizi… un altro obiettivo è stato raggiunto grazie alle risorse delle manovre di bilancio”. Dichiarazioni rese pubbliche in data 11 agosto 2025 e riprese anche l’8 agosto. Che cosa significa? Che l’esecutivo lega il piano assunzionale alla stabilità di finanziamento e alla continuità delle politiche per la Pa.
Tempi e canali: come arrivano i bandi
La pubblicazione dei bandi avverrà sui siti delle amministrazioni e su inPA, il portale unico del reclutamento. L’iter formale prevede la registrazione alla Corte dei conti e quindi la Gazzetta Ufficiale. Intanto, il portale inPA resta la porta d’accesso ordinaria alle procedure.
Il vincolo del 75% e la logica dei numeri
Le assunzioni si muovono nel perimetro della regola di spesa: il 75% del costo del personale cessato (per poi salire al 100% a regime, secondo la cornice normativa richiamata nel decreto). È un punto importante, ribadito dal preambolo normativo del Dpcm. La logica: sostituire uscite e pensionamenti senza sforare.
Perché è una svolta (davvero)
Categoricamente: serve. Dopo anni di turn over zoppo e uffici sfiancati, la Pa ha bisogno di capacità: persone, competenze, continuità. Questo pacchetto imprime tre accelerazioni.
1) Riduce colli di bottiglia nei servizi cardine (Entrate, Inps, Interno). 2) Rafforza i presìdi culturali e la giustizia, dove gli arretrati frenano diritti e attrattività. 3) Stabilizza competenze tecniche e digitali, indispensabili per i progetti post-Pnrr. È un segnale politico e organizzativo che sposta l’asticella dal “tamponare” al programmare — a patto che i bandi corrano e che gli inserimenti non si perdano nelle sabbie mobili degli adempimenti.
Cosa aspettarsi adesso
Parole d’ordine: attenzione e tempestività. I bandi usciranno a scaglioni, con prove snelle e (spesso) digitali. Occorre prepararsi su informatica di base, inglese, diritto amministrativo e competenze specifiche del profilo. Keep in mind: molte amministrazioni useranno scorrimenti e mobilità oltre al concorso classico — lo impone il Dpcm e lo suggerisce il buon senso organizzativo.