L’ex numero uno di Iveco accusa gli Elkann: “Vendono tutto per soldi”. Dall’industria al turismo-spremi-clienti, così l’Italia affonda nel lavoro povero.
(Foto: John Elkann)
L’ha detto senza giri di parole, l’ex top manager della Fiat, Giorgio Garuzzo, in un’intervista al Corriere della Sera: “Dopo la vendita di Iveco, l’Italia produrrà lavoro solo per baristi e camerieri”.
Garuzzo è stato CEO di Iveco per oltre 20 anni: “Ci abbiamo messo sette anni per creare il leader europeo di Tir e furgoni, acquisendo tutti i concorrenti, inclusa la Ford New Holland. Adesso, in una notte, Iveco è diventata indiana”.
Non c’è nessuna logica industriale dietro la scelta degli eredi Agnelli di disfarsi in un amen di un settore che era al vertice mondiale sia della progettazione che della produzione. La vendita di Iveco segue quella delle altre aziende del Gruppo Fiat.
Ma sono migliaia le aziende di eccellenza italiana che negli ultimi 20 anni sono state vendute al miglior offerente: Candy, Pirelli, Ferretti, Gucci, Pomellato, Bottega Veneta, marchi importanti nel lusso venduti ai francesi. Per non parlare del food: Buitoni, San Pellegrino, Galbani, Locatelli, Invernizzi… e potrei continuare a lungo.
Sono stato alla fine degli anni ’80 capoufficio stampa della Fiom-Cgil nazionale, i mitici metalmeccanici, e membro del Comitato Centrale. Andavo spessissimo a Torino a seguire le trattative sindacali, che avevano una valenza nazionale, con i dirigenti Fiat. Manager preparatissimi che, ovviamente, facevano il loro mestiere di difendere gli interessi aziendali, ma che non perdevano mai di vista la visione globale, ben consci che il benessere economico e sociale degli operai e degli impiegati era alla base dello sviluppo industriale e produttivo della Fiat.
Erano anni duri e difficili, ma si tentava di dare un sistema industriale al Paese all’altezza dei tempi e della “globalizzazione” che avrebbe da lì a poco sconvolto le relazioni industriali.
“Per i soldi”. La motivazione choc di Garuzzo
Perché allora John Elkann ha venduto anche l’Iveco, ultimo gioiello del Gruppo? Risponde ancora l’ingegner Garuzzo: “Per i soldi. E perché l’industria non interessa più: troppo complessa da gestire. Meglio comprare una miniera di terre rare”.
Il turismo non è un’industria se svendiamo tutto
A sentire il fantomatico e pomposo ministro delle Imprese e del Made in Italy (sic!), Adolfo D’Urso, che in questi giorni sta cercando di svendere a chiunque l’Ilva di Taranto, il futuro sarebbe nell’industria del turismo.
Ma dov’è questa industria se svendiamo i grandi alberghi? L’ultimo in ordine di tempo è l’Hotel Danieli di Venezia, venduto al Gruppo Four Seasons di Bill Gates.
Non abbiamo più neanche una compagnia aerea nazionale in grado di convogliare il turismo internazionale in Italia. Abbiamo piccole attività, i balneari con i loro lidi fatti di ombrelloni e sdraio a 50 euro al giorno, pizzerie e trattorie che ti spennano appena ti siedi.
“Mi hanno fatto pagare un accendino 2,50 euro”
L’altro giorno stavo al Palazzo Ducale di Urbino, avevo perso l’accendino, quelli che ti vendono a un euro sulle bancarelle, e una signora con il negozio sull’affaccio del Palazzo me lo ha fatto pagare 2 euro e mezzo.
Forse saremo tutti camerieri in futuro, ma a nero.