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Legacoop: “Pronti a fare il nostro per un nuovo modello di sviluppo”

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Legacoop: “Pronti a fare il nostro per un nuovo modello di sviluppo”

Il seminario promosso a Roma dalla Direzione nazionale di Legacoop, intitolato “Nuovi assetti globali e impegno della cooperazione”, non è stato solo un’occasione di confronto interno, ma un passaggio politico preciso. Il dibattito è stato impostato come uno snodo strategico: da un lato, la lettura delle trasformazioni in corso nel contesto internazionale; dall’altro, la ridefinizione del ruolo della cooperazione come soggetto attivo nella costruzione di un nuovo modello economico. Al centro, un interrogativo collettivo: come si risponde a un mondo che cambia, senza perdere l’identità cooperativa?

Legacoop: “Pronti a fare il nostro per un nuovo modello di sviluppo”

Il seminario ha messo in evidenza la rottura dell’equilibrio post-Guerra Fredda e la perdita di efficacia del multilateralismo. A esprimere questa consapevolezza sono stati diversi relatori, a cominciare da Stefano Fassina, secondo cui l’ordine mondiale va ripensato partendo da una nuova funzione della politica economica europea. L’Unione, oggi ancorata a una struttura orientata all’export e alla concorrenza interna, rischia di non essere più all’altezza delle nuove sfide globali. Fassina ha indicato nella crescita della domanda interna e nel rafforzamento del lavoro le leve per una ricostruzione dell’autonomia strategica del continente.

Un nuovo protagonismo cooperativo
Gamberini ha rivendicato un ruolo attivo della cooperazione in questa transizione: “Non vogliamo sostituirci alla politica, ma essere un pezzo importante del disegno pubblico”. È da qui che nasce l’intenzione di Legacoop di lavorare a proposte concrete in settori chiave come l’industria, l’energia, il welfare e la sanità. Si tratta di una sfida culturale prima che operativa: riaffermare il principio di mutualità e partecipazione, non solo nella gestione d’impresa, ma anche come metodo per leggere e modificare la realtà economica e sociale.

Verso un modello di sviluppo generativo

A intervenire con dati e analisi è stato anche Stefano Fantacone del CER, che ha proposto un ripensamento del multilateralismo economico, compresa l’ipotesi di costruire un nuovo assetto senza l’egemonia statunitense. L’euro e lo yuan, secondo Fantacone, potrebbero giocare un ruolo di riequilibrio rispetto al dollaro. È questa la cornice in cui la cooperazione può inserirsi, proponendo un modello generativo, capace di redistribuire valore e rispondere ai bisogni delle persone.

L’urgenza dell’azione umanitaria
Il Presidente Simone Gamberini (nella foto) ha aperto i lavori con un riferimento alla situazione umanitaria nella Striscia di Gaza, ricordando l’impegno delle cooperative per sostenere corridoi umanitari e azioni concrete in collaborazione con Ong e istituzioni. “Le cooperative ci chiedono di agire”, ha detto. Un richiamo all’etica dell’agire, che non può restare sospesa tra i convegni e i documenti di indirizzo.

Dalla strategia al lavoro quotidiano

Il seminario di Roma ha dunque segnato l’avvio di un percorso. Nei prossimi mesi si lavorerà con il supporto di centri di ricerca e gruppi di lavoro tematici per trasformare le indicazioni politiche in strumenti operativi. Una cooperazione che non si chiude nella gestione ma torna ad animare il dibattito pubblico: è questo il segnale che Legacoop ha voluto dare. E che ora dovrà tradursi in scelte, pratiche e alleanze.

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