Crisi: il mandato a Draghi spacca i partiti

- di: Diego Minuti
 
Mario Draghi, visti gli incarichi di enorme responsabilità che gli sono stati attribuiti in Italia ed anche fuori, deve essere per forza un uomo di buon senso che rispetta il ruolo di "servitore dello Stato", comunque consapevole delle difficoltà cui deve andare incontro. Nel momento in cui, dopo il colloquio tra lui e il presidente della repubblica, Mattarella gli ha conferito l'incarico di cercare di formare un nuovo Governo, Draghi certo ha compreso la complessità del mandato, ma, altrettanto certamente, forse non pensava che la sua indicazione avrebbe scatenato faide all'interno delle coalizioni e dei singoli partiti, spiazzati dall'evoluzione della crisi.

Il panorama politico in queste ore è scosso da tensioni che erano latenti, ma che ancora non si erano manifestate se non in canali di discussione non usuali nella vecchia politica, a colpi di chat, comunicati, video su Facebook e altre cose del genere. In questo modo, nel rispetto della tanto decantata democrazia reale e partecipata, tutti possono dire la loro, determinando confusione e null'altro.
Perché è difficile dare un profilo unitario, ad esempio, ai Cinque stelle, devastati come movimento da una guerra tra bande dove anche l'ultimo si sente in diritto di dire la sua, non mettendo in conto nemmeno di fare figure barbine. I punti più "alti" di questa situazione - non considerando Alessandro Di Battista, che porta avanti un altro tipo di battaglia, soprattutto personale - si possono ricollegare a due epurati dei Cinque Stelle (perché è di questo che parliamo, di persone che solo dopo essere state messe alla porta hanno scoperto l'uso della parola), Danilo Toninelli e Barbara Lezzi.

Il primo si è scagliato, con tutto il peso del consenso che ha intorno a sé (si scherza, ovviamente) contro l'ipotesi di appoggiare Draghi rivendicando il fatto che i grillini che erano al Governo "lavoravano", come se questa fosse un condizione di eccezionalità. Parole che gli sono valse vagonate di sfottò ed insulti, oltre a riaprire l'inesauribile contenitore delle sue gaffes.
La seconda, Barbara Lezzi (quella che, da grande economista, attribuiva la crescita di un paio di punti di Pil al fatto che in estate i condizionatori lavorano di più), ai cronisti che l'avevano intercettata per strada e che le chiedevano cosa ne pensasse dell'incarico d Draghi, ha risposto "su questo ho già scritto", facendo riferimento probabilmente ad un post su Facebook. Come se il mondo dell'informazione pendesse dalle sue labbra e, in fremente attesa, aspettasse di leggere qualche suo scritto su uno strumento di comunicazione che resta non ufficiale.

L'incarico a Mario Draghi ha contribuito a fare emergere le lacerazioni interne ai Cinque Stelle dove si confrontano due anime: quella (maggioritaria) che ha il cuore a destra e che ancora rimpiange i tempi belli dell'alleanza con Matteo Salvini e quella minoritaria, che crede necessario un dialogo sempre più stretto con il Pd.
In mezzo ci sono i pragmatici, che si stanno chiedendo se mettersi sull'Aventino - come sembra predicare Beppe Grillo, che però ufficialmente non ha ancora fatto sentire a sua voce - possa garantire loro d'essere sentiti da Draghi durante le fasi di costruzione della compagine di Governo, con tutto quello che ne potrebbe conseguire.

Il caso delle pulsioni interne ai Cinque Stelle è comunque paradigmatico, visto quel che accade negli altri partiti, nei quali il mandato a Draghi ha reso più profonde le crepe nella sbandierata unità. Le dichiarazioni a pioggia, che dicono tutto e l'esatto contrario, sono chiarificatrici del fatto che una certa politica sembra non avvedersi di quel che accade fuori dai palazzi del potere e si comporta come se non s'accorgesse che il mandato a Draghi è una toppa alle sue inadeguatezze. Il presidente incaricato, nel caso in cui accettasse (avendo ricevuto assicurazioni dai partiti o anche solo da una parte di essi) ha delle priorità, le prime due riguardano il percorso da affrontare per uscire dalla crisi della pandemia e il riavvio del sistema economico del Paese.
Le due cose che chi sta oggi in Parlamento non ha saputo affrontare, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.
Il Magazine
Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
Iscriviti alla Newsletter
 
Tutti gli Articoli
Cerca gli articoli nel sito:
 
 
Vedi tutti gli articoli