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L’ingorgo dei santi, da rivedere la legge su San Francesco

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
L’ingorgo dei santi, da rivedere la legge su San Francesco

Il 4 ottobre, data che unisce due figure simbolo della storia e della spiritualità italiana, diventa motivo di confusione legislativa. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha promulgato la legge che istituisce la festività nazionale in onore di San Francesco d’Assisi, ma ha inviato una lettera ai presidenti di Camera e Senato per segnalare le criticità che derivano dalla sovrapposizione con la già esistente solennità civile dedicata a Santa Caterina da Siena.

L’ingorgo dei santi, da rivedere la legge su San Francesco

Nella missiva, il Capo dello Stato ha espresso la necessità di un intervento del Parlamento per armonizzare la normativa. “Appare evidente – ha scritto – come la normativa che disciplina le due ricorrenze richieda interventi correttivi”.
La questione non riguarda soltanto un aspetto cerimoniale. Le due celebrazioni, entrambe qualificate come omaggi di pari dignità, sono disciplinate da norme differenti che incidono su modalità organizzative, protocolli e perfino sugli impegni delle istituzioni civili e religiose. Questa sovrapposizione rischia di generare disorientamento e inefficienze nella gestione degli eventi ufficiali.

Il nodo del 4 ottobre, tra spiritualità e solennità civile
Il 4 ottobre è storicamente legato a San Francesco d’Assisi, proclamato patrono d’Italia insieme a Santa Caterina da Siena. La recente legge ne ha fatto una festività nazionale, con cerimonie ufficiali e scuole chiuse. Tuttavia, la stessa giornata è già riconosciuta come solennità civile per la santa senese, figura di riferimento per l’unità spirituale e politica del Paese.
Questa duplicazione normativa solleva problemi di coordinamento, soprattutto per gli enti pubblici chiamati a gestire cerimonie, bandiere a mezz’asta e altri adempimenti protocollari che, se non chiariti, rischiano di sovrapporsi o contraddirsi.

Chiarezza normativa come garanzia istituzionale
Nel richiamare l’esigenza di testi legislativi “chiari e inequivoci”, Mattarella ha sottolineato l’importanza della certezza giuridica come fondamento del rispetto delle istituzioni. La mancanza di coordinamento, ha osservato, non solo può creare problemi pratici ma può anche indebolire il senso stesso delle ricorrenze, che dovrebbero unire il Paese intorno a valori condivisi.
Il Capo dello Stato, pur promulgando la legge, ha voluto quindi sollecitare il Parlamento a un intervento correttivo, riaffermando il ruolo di garanzia del Quirinale nei confronti della qualità normativa.

Prossimi passi in Parlamento

Le commissioni parlamentari competenti saranno ora chiamate a valutare eventuali modifiche alla normativa. L’obiettivo è evitare che il 4 ottobre si trasformi in un “ingorgo” di celebrazioni, con ricadute non solo simboliche ma anche organizzative e di spesa pubblica.
La questione tocca anche il rapporto tra identità religiosa e istituzioni laiche, in un momento in cui il legislatore è chiamato a garantire che le ricorrenze nazionali siano gestite in modo coerente, inclusivo e sostenibile.

Tradizione e unità nazionale al centro del dibattito

Il dibattito che si apre in Parlamento non riguarda soltanto aspetti procedurali. Si intrecciano il rispetto per la tradizione religiosa, l’esigenza di semplificare il calendario delle ricorrenze e la necessità di garantire chiarezza normativa.
Per il Quirinale, il nodo è di ordine istituzionale: la coesistenza di due ricorrenze di pari rango nella stessa giornata non deve tradursi in incertezza giuridica né in duplicazioni di costi e di adempimenti.
Il 4 ottobre continuerà a rappresentare un simbolo di unità spirituale e civile per l’Italia, ma sarà il Parlamento a dover decidere come armonizzare le norme per preservarne il significato senza creare conflitti di calendario e di gestione.

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