Le banche regionali americane hanno vissuto una seduta da brivido dopo nuove rivelazioni su prestiti deteriorati e frodi che hanno colpito soprattutto Zions Bancorporation e Western Alliance. In scia, Jefferies ha sofferto per l’esposizione al dossier First Brands, mentre gli investitori hanno riconsiderato il rischio nel private credit e tra gli ETF bancari. Il timore è contagio su azioni, bond ed ETF, con riflessi anche sull’Europa.
Che cosa ha acceso la miccia
Le vendite si sono inasprite dopo che Zions ha comunicato azzeramenti per prestiti problematici e Western Alliance ha rivelato un presunto caso di frode da parte di un cliente collegato a Cantor Group V, avviando un’azione di recupero. L’ETF SPDR S&P Regional Banking (KRE) ha perso attorno al 6%, con il paniere quasi tutto in rosso, e i titoli delle due banche sono scivolati in doppia cifra. “Quando vedi uno scarafaggio, probabilmente ce ne sono altri”, ha ammonito Jamie Dimon.
Il caso First Brands
First Brands, fornitore auto, è finita in Chapter 11 a fine settembre. Nei filing fallimentari è stato segnalato un possibile “buco” miliardario e l’autorità federale ha chiesto un esaminatore indipendente. Jefferies ha chiarito che l’impatto economico diretto risulta limitato, pur restando alta l’attenzione su veicoli e fondi collegati.
Tricolor, l’altro scossone
Il fallimento di Tricolor ha comportato svalutazioni per alcune banche. “Quando capita un caso così, ispezioniamo ogni angolo per evitare che si ripeta”, ha aggiunto Dimon. Il comparto auto subprime torna al centro del dibattito tra insolvenze e schemi di factoring aggressivi.
I fondi Cantor e il nodo legale
Zions e Western Alliance hanno segnalato azioni legali per recuperare linee di credito erogate a fondi veicolo collegati a Cantor (Cantor II, Cantor IV, Cantor Group V) impiegate su mutui commerciali distressed. I legali dei gestori contestano le accuse. L’effetto reputazionale, però, è immediato nel private credit.
Mentre Cantor tratta O’Connor
Cantor Fitzgerald ha annunciato a maggio l’acquisizione di O’Connor da UBS (circa 11 miliardi di asset), con closing previsto nel quarto trimestre. Dopo gli shock di ottobre sono emerse ipotesi di rinegoziazione, ma le parti puntano a chiudere. Per Cantor è un salto dimensionale nell’asset management alternativo.
Effetti di mercato
Lo stress ha toccato anche i gestori alternativi (tra cui Blue Owl, Ares, Blackstone, Apollo, Carlyle). Le big bank hanno contenuto le perdite, ma l’S&P 500 ha chiuso in calo nella seduta più tesa.
Rischio sistemico o casi isolati?
Alcuni operatori segnalano qualità media del credito ancora solida e default in calo nei loan sindacati; il mercato però teme ciò che non vede: collateral riutilizzati, valutazioni opache, catene di factoring. Se i casi si moltiplicano, gli haircut si allargheranno a banche regionali, ABS auto, CLO mid-market ed ETF tematici.
Cosa guardare adesso
- Accantonamenti, charge-off e guidance 2025 nelle trimestrali.
- Esiti legali su Cantor e First Brands e calendario delle indagini.
- Flussi negli ETF bancari: segnali di stabilizzazione.
- Funding e costo dei depositi per le regionali.