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Auto in Europa, ripresa fragile: elettriche corrono, vendite no

- di: Bruno Coletta
 
Auto in Europa, ripresa fragile: elettriche corrono, vendite no
Auto in Europa, ripresa fragile: elettriche corrono, vendite no
I numeri di novembre sorridono, ma il mercato resta sotto il livello pre-Covid. La transizione accelera, la domanda arranca.

Il mercato dell’auto europeo prova a rimettersi in moto, ma senza strappi. A novembre le immatricolazioni in Europa occidentale (Ue, Efta e Regno Unito) sono cresciute del 2,4%, superando quota 1,07 milioni di vetture. Un segnale incoraggiante, che però non cancella il divario con il passato: rispetto al 2019, il mercato resta sotto di oltre dieci punti percentuali

Elettrico protagonista, quota record nel mese

La vera notizia è tutta nella composizione delle vendite. Nel mese di novembre le auto elettriche hanno raggiunto una quota del 23,5% nell’Europa occidentale, contro il 17,5% di un anno prima. Una crescita rapida, che conferma come la transizione tecnologica stia correndo più veloce del mercato nel suo complesso.

I grandi mercati restano indietro: la fotografia di Promotor

A raffreddare gli entusiasmi arrivano però i numeri del Centro studi Promotor, che mettono a confronto le vendite attuali con quelle antecedenti alla pandemia. Considerando i cinque principali mercati dell’Europa occidentale, la situazione più critica è quella della Francia, ancora sotto i livelli pre-Covid del 27,2%. Seguono la Germania (-21,4%), l’Italia (-20,2%), mentre tengono meglio il Regno Unito (-13,3%) e soprattutto la Spagna (-9,3%).

Chi guida davvero la transizione elettrica

Sul fronte dell’elettrico, l’Europa mostra forti squilibri. I Paesi più avanzati restano quelli del Nord: la Norvegia viaggia ormai su una quota elettrica del 97,7%, seguita da Danimarca (73,7%) e Islanda (62,6%). Più staccata l’Irlanda, al 41,5%.

Nei grandi mercati, invece, la fotografia è più contrastata: nel mese di novembre la quota elettrica ha raggiunto il 26,4% nel Regno Unito e il 25,8% in Francia, il 22,2% in Germania, mentre restano sotto la doppia cifra la Spagna (9,9%) e l’Italia, che grazie agli ultimi incentivi è salita al 12,3%

Ibrido plug-in in corsa e regole Ue meno rigide

Accanto all’elettrico puro continua anche la crescita dell’ ibrido plug-in, sostenuta da una maggiore apertura dell’Unione europea sulla transizione energetica. La revisione del precedente approccio più rigido non risolve tutti i nodi, ma introduce una maggiore flessibilità, premiando soluzioni considerate di passaggio ma ancora molto appetibili per il mercato.

Quagliano: “La transizione migliora, ma il conto resta aperto”

Il presidente del Centro studi Promotor, Gian Primo Quagliano, invita però a non fermarsi alle percentuali di crescita: “La situazione europea sulla transizione energetica è migliorata, ma questo non basta a risolvere i problemi strutturali del settore”.

E il punto, secondo Quagliano, è destinato prima o poi a diventare politico: “Bisognerà affrontare una questione cruciale: chi risarcirà le case automobilistiche per i danni subiti a causa di un eccesso di rigore? E soprattutto chi risarcirà i lavoratori che hanno perso il posto per un approccio ideologico all’ecologia?”.

Il paradosso europeo

Il quadro che emerge è chiaro: l’Europa spinge sull’innovazione, l’elettrico conquista spazio, ma il mercato resta più piccolo di quello di sei anni fa. La transizione corre, la domanda frena. Ed è proprio in questa forbice che si gioca il futuro dell’industria automobilistica europea. 

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