Messico si prepara alla stretta UE sulla deforestazione: tracciabilità rafforzata per continuare a esportare in Europa
- di: Cristina Volpe Rinonapoli

Il governo messicano ha annunciato l’adozione di una serie di misure anticipate per garantire la continuità delle esportazioni verso l’Unione Europea, alla luce della nuova normativa comunitaria contro la deforestazione. La legge, che entrerà pienamente in vigore tra fine 2025 e metà 2026, impone a produttori e importatori di certificare che i beni immessi sul mercato europeo siano privi di legami con processi di deforestazione. In risposta, Messico ha formalizzato un coordinamento interministeriale tra Agricoltura, Economia, Ambiente e Relazioni estere per accompagnare le filiere interessate, in particolare quelle di caffè, cacao, olio di palma, caucciù e legname.
Messico si prepara alla stretta UE sulla deforestazione: tracciabilità rafforzata per continuare a esportare in Europa
Nel nuovo schema del Regolamento europeo (EUDR – European Union Deforestation Regulation), il Messico è stato classificato come paese a rischio “standard”, una condizione intermedia che non comporta restrizioni immediate ma richiede strumenti di verifica accurati sull’origine dei prodotti. A differenza dei paesi a “rischio alto”, quelli in fascia media devono comunque garantire, tramite un sistema di tracciabilità, che la produzione non sia avvenuta su terreni deforestati dopo il 31 dicembre 2020. Il regolamento interessa direttamente le aziende esportatrici e i grandi importatori europei, che dovranno presentare dichiarazioni di due diligence a partire dal 30 dicembre 2025 (o dal 30 giugno 2026 per le piccole imprese).
Impegno alla tracciabilità e dialogo con Bruxelles
Per rispondere alle nuove esigenze, la Secretaría de Agricultura y Desarrollo Rural ha già avviato accordi con i principali operatori delle filiere agroindustriali e forestali, con l’obiettivo di garantire che il 100% della produzione destinata all’UE sia certificata come “deforestation free”. In particolare, viene esclusa qualsiasi interferenza con aree naturali protette e la conversione di foreste in suolo agricolo. Il Messico sta anche lavorando all’implementazione di un sistema di tracciabilità digitale che consenta di attestare in modo verificabile la provenienza dei prodotti.
In parallelo, è stato avviato un dialogo tecnico con la Commissione europea e la sua rappresentanza diplomatica nel paese, al fine di condividere i progressi realizzati e sviluppare una linea di cooperazione che faciliti l’adeguamento delle imprese messicane alle nuove norme comunitarie.
Il valore dell’export agroforestale verso l’UE
Nel 2024, secondo i dati del ministero dell’Economia, il Messico ha esportato verso l’Unione Europea caffè per 140.514 dollari, cacao per 95.157 dollari, olio di palma per 492.000 dollari, caucciù per 22.339 dollari e pasta di legno per 3.606 dollari. Numeri ancora contenuti in termini assoluti ma significativi per le catene del valore rurale e per le comunità produttrici, che rischierebbero un contraccolpo economico in caso di esclusione dai canali europei.
Esclusi dall’elenco dei paesi ad alto rischio
Al momento, nessun paese latinoamericano è stato inserito nella lista dei territori ad alto rischio pubblicata giovedì dalla Commissione europea. Tuttavia, la vigilanza resta alta, e la classificazione potrà essere aggiornata periodicamente. Il Messico, con questo piano di allineamento normativo, punta a rafforzare il proprio profilo internazionale come partner commerciale affidabile e ambientalmente sostenibile, cercando di coniugare apertura al mercato con rispetto delle nuove soglie etiche imposte dal commercio globale.