Generazione Z in piazza in Messico: 120 feriti allo Zocalo
Scontri allo Zocalo. Sheinbaum evoca mano della destra straniera.
(Foto: fotomontaggio sulle proteste in piazza a Città del Messico).
Le accuse di Sheinbaum alla destra straniera
La presidente messicana, Claudia Sheinbaum, ha adombrato il coinvolgimento anche di una “manina straniera di destra” nelle violenze scoppiate allo Zocalo, la principale piazza di Città de Messico e una delle più grandi al mondo, durante il corteo convocato dai giovani della Generazione Z e dal Movimento Sombrero.
La protesta contro criminalità e corruzione
Una manifestazione contro criminalità e corruzione, dopo l’omicidio del sindaco di Uruapan diventato un simbolo della lotta ai narcos, Carlos Manzo, trasformatasi in una guerriglia urbana con almeno 20 arresti e 120 feriti.
“Se non si è d’accordo, si manifesta in modo pacifico; non bisogna mai ricorrere alla violenza per cambiare le cose”, ha commentato la leader progressista Claudia Sheinbaum, che già da giorni – anche giovedì nel corso della conferenza stampa quotidiana – aveva evidenziato come la marcia fosse stata “promossa dall’estero”, nel quadro di un’attività di disinformazione della destra internazionale.
La strategia digitale dietro la mobilitazione
Più in particolare, il coordinatore di Infodemia, Miguel Ángel Elorza, aveva presentato un rapporto che attribuisce la mobilitazione nella capitale a una “strategia digitale articolata” con la partecipazione di bot, influencer e politici legati all’opposizione, incluso l’imprenditore Ricardo Salinas Pliego, proprietario del canale Atzeca Noticias.
Il report di Infodemia spiega che per la campagna sono stati impegnati 200 profili di TikTok, di questi almeno 50 registrati tra ottobre e novembre, oltre a 359 gruppi Facebook, di cui 28 gestiti da stranieri, e una ventina di pagine web su viaggi e intrattenimento convertite per questa occasione.
Il bilancio degli scontri allo Zocalo
Stando alla ricostruzione delle autorità, alla marcia hanno partecipato 17mila persone e per ore si è svolto tutto in modo pacifico, fino a quando, in prossimità dell’arrivo a Zocalo, un gruppo di circa mille incappucciati ha cercato di forzare le transenne a protezione del Palazzo Nazionale con martelli, catene, pinze e proiettili.
In risposta alle pressioni sono stati sparati lacrimogeni, attivati gli idranti e formate barriere umane di agenti in tenuta antisommossa. Il bilancio finale è stato di 60 poliziotti feriti soccorsi sul posto e altri 40 trasferiti in ospedale, e di una ventina di lesionati tra i manifestanti.