Parata a Pyongyang per gli 80 anni del Partito: Kim mostra l’Icbm più potente, accoglie Li Qiang, Medvedev e To Lam e loda i militari “all’estero”. Gli esperti dubitano su guida e rientro, ma il segnale politico è chiarissimo.
La Corea del Nord ha sfilato a Pyongyang il nuovo missile intercontinentale Hwasong-20, presentato dalla propaganda come il sistema “più potente” mai costruito dal Paese. Le immagini della parata mostrano un vettore di grande dimensione su trasportatore multi-assi, coerente con l’evoluzione degli Icbm nordcoreani.
L’arma simbolo: cosa cambia con l’Hwasong-20
Il programma punta a capacità a combustibile solido e alla possibile testata multipla (MIRV), che aumenterebbe la probabilità di penetrare le difese. Gli analisti, tuttavia, restano scettici su affidabilità del rientro atmosferico e precisione della guida: senza un test operativo completo, parlare di svolta definitiva è azzardato.
La coreografia del consenso: chi c’era accanto a Kim
Sul palco con Kim Jong-un hanno preso posto Li Qiang, Dmitrij Medvedev e To Lam. La scena è teatro geopolitico: Pyongyang rende visibile la rete di sponde con Cina e Russia mentre esibisce un’arma che minaccia direttamente il territorio continentale americano.
Missili, droni e artiglierie: il catalogo della forza
In sfilata anche missili ipersonici, cruise, lanciarazzi multipli di grosso calibro, veicoli per droni d’attacco e nuovi carri. Il messaggio è di deterrenza su più livelli, dalla profondità strategica al campo di battaglia convenzionale, secondo una dottrina di saturazione che alza i costi di qualunque risposta.
La frase chiave del leader
Nel suo intervento, Kim ha lodato i militari impegnati anche “negli avamposti della costruzione socialista” e ha invocato un esercito “invincibile” capace di “distruggere ogni minaccia”. Una linea coerente con la postura nucleare-convenzionale e con la narrativa sull’“egemonia ingiusta” attribuita a Washington.
“Truppe all’estero” e l’ombra ucraina
Ha fatto discutere il riferimento a militari nordcoreani in Russia e agli omaggi a reparti collegati alla regione di Kursk. Se confermato, sarebbe un salto di qualità: dalla cooperazione industriale a una proiezione esterna – anche simbolica – che salda Pyongyang al fronte filorusso.
Perché l’Hwasong-20 conta davvero
- Tempistica: la vetrina arriva mentre Pyongyang rafforza i legami con Pechino e Mosca.
- Tecnologia: con propellente solido e possibile MIRV, riduce i tempi di preparazione e migliora la resilienza.
- Deterrenza estesa: messaggio non solo agli Usa, ma anche a Seul e Tokyo, spingendo su difese antimissile e integrazione con Washington.
Le incognite tecniche che non spariscono
Le immagini di parata non dimostrano rientro e accuratezza su tratte intercontinentali. Restano da verificare peso del carico, resistenza termica dello scudo e maturità dei sistemi di guida. Senza un lancio strumentato realistico, l’Hwasong-20 è una minaccia credibile ma non ancora provata.
Il segnale a Washington e all’Europa
Kim consolida lo status nucleare e capitalizza sull’asse con Cina e Russia. Per gli Stati Uniti, un negoziato sul disarmo appare più lontano. Per l’Europa, la parata conferma che la guerra in Ucraina sta ricomponendo le alleanze su scala globale.