FOTO: Alphonse Mucha. Un trionfo di bellezza e seduzione, Allestimento | Courtesy Arthemisia
La Galleria Nazionale dell’Umbria ha chiesto a Mimmo Paladino di intervenire su una serie di tavole dorate per elaborare una versione contemporanea del Polittico Guidalotti di Beato Angelico. L’artista di Paduli ha reinterpretato, attraverso il suo segno e con inserti materici, i pannelli centrali nei quali Giovanni da Fiesole dipinge una sacra conversazione tra la Vergine Maria, il Bambino e Santi.
Da Jeff Wall a Mucha, il weekend dell’arte tra fotografia e seduzione
L’opera è attualmente in mostra presso Palazzo Strozzi di Firenze senza la cornice, realizzata soltanto nel 1915. La predella contemporanea apre lo sguardo su paesaggi che ricordano i panorami perugini, mentre, sui due lati, le immagini dei santi sono presenze enigmatiche, per le quali Paladino ha attinto al suo ricco repertorio tra corpo, natura e geometria. L’opera, realizzata con una tecnica mista su tavola, appositamente creata per la Galleria Nazionale dell’Umbria, si potrà ammirare dal 10 ottobre.
L’appuntamento sarà solo un’anteprima dell’omaggio di Paladino alle tradizioni, ai paesaggi dell’Umbria, quando dall’8 novembre al 18 gennaio la Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia, la Rocca Albornoz di Spoleto e Palazzo Ducale di Gubbio ospiteranno un’ampia antologica di Mimmo Paladino, a cura di Costantino D’Orazio e Aurora Roscini Vitali.
Udine indaga il tema dei confini, da Gauguin a Hopper
Dall’11 ottobre gli spazi restaurati dell’Esedra di levante del complesso dogale di Villa Manin, a Passariano di Codroipo, in provincia di Udine, saranno la sede di “Confini da Gauguin a Hopper. Canto con variazioni”. Inserita nel palinsesto di GO! 2025&Friends, il cartellone di appuntamenti che affianca il programma ufficiale di GO! 2025 Nova Gorica – Gorizia Capitale europea della Cultura, la mostra, ideata e curata da Marco Goldin, presenta 130 capolavori di una cinquantina di grandi artisti dell’Ottocento e del Novecento e provenienti da 42 musei europei e americani. Un percorso che invita a riflettere intorno al tema dei “confini” fisici, geografici, culturali.
Da non perdere le opere di grandi dimensioni, come i lavori di Anselm Kiefer e Mark Rothko, l’“Onda” di Gustave Courbet, “La chiesa di Varengeville” di Monet.
Una sequenza di opere di Munch, Gauguin, Van Gogh, Hodler, Kirchner conduce al confine interiore, allo sguardo dentro se stessi, mentre il mare, confine da percorrere e attraversare, fa capolino in alcuni lavori selezionati di William Turner, Gustave Courbet, Monet.
Bellezza e seduzione nelle opere di Mucha in mostra a Roma
Fiori, linee morbide, atmosfere da sogno.
L’eleganza e il fascino femminile vanno in scena a Palazzo Bonaparte grazie alla più ampia retrospettiva mai dedicata ad Alphonse Mucha. L’ artista ceco è il protagonista del percorso “Alphonse Mucha. Un trionfo di bellezza e seduzione”, un viaggio con oltre 150 opere - a cura di Elizabeth Brooke e Annamaria Bava, con la direzione scientifica di Francesca Villanti - che sfodera opere come Gismonda, Médée, la serie The Stars del 1902 o quella sulle Pietre Preziose del 1900 provenienti dal Mucha Museum di Praga, e allarga la visione all’importanza e alla centralità della bellezza nella storia dell’arte.
Oltre a dialogare con capolavori come La contessa De Rasty (1879) di Boldini, i lavori sono affiancati da arredi, oggetti Art Nouveau, per un confronto inedito che illumina Mucha da prospettive nuove, rivelando la continuità dell’ideale di bellezza femminile nel tempo.
Ospite d’eccezione della mostra è la Venere di Botticelli, prestito eccezionale dai Musei Reali – Galleria Sabauda di Torino, perfetta sintesi del concetto di bellezza e seduzione, in dialogo con le donne di Mucha.
Non mancano i celebri manifesti teatrali, i pannelli decorativi, i calendari e le illustrazioni, espressioni di un’epoca in cui l’arte si fondeva con la vita quotidiana e ne impreziosiva ogni gesto.
A Torino arriva Jeff Wall
Situazioni di tutti i giorni diventano scene dal sapore quasi onirico, nelle quali dominano immaginazione, fantasia, allucinazione.
Le tematiche legate alla natura, al genere, alla guerra, alla razza e alla classe accomunano lavori di Jeff Wall, a prima vista enigmatici, nei quali il fotografo di Vancouver affronta le principali questioni sociali e politiche, esplorando i modi complessi in cui esse plasmano le nostre vite.
L’artista che da oltre 40 anni si muove tra la messa in scena meticolosa e l'osservazione documentaria, realizzando immagini che esplorano ogni aspetto della società contemporanea, arriva alle Gallerie d’Italia – Torino, museo di Intesa Sanpaolo, con la nuova mostra JEFF WALL. PHOTOGRAPHS, a cura di David Campany scrittore, critico d’arte e direttore creativo dell’International Center of Photography di New York.