FOTO - Il Cristo Portacroce Giustiniani
Una Roma sconosciuta nei disegni di Maria Barosso
Dal 15 novembre al 12 aprile il Complesso di Capo di Bove sarà la sede della mostra Impressioni dal vero. La via Appia e la via Latina nei disegni di Maria Barosso. Il percorso invita a esplorare due siti poco conosciuti del Parco dell’Appia antica attraverso le opere della prima disegnatrice archeologa della direzione delle Antichità e Belle Arti.
A essere approfondita, grazie ai disegni di Barosso, raffinata testimone del lavoro di scavo e delle grandi trasformazioni urbanistiche che hanno interessato la Roma della prima metà del Novecento, è la storia di due contesti lungo la via Appia e la via Latina.
Da non perdere la selezione di disegni, acquerelli, rilievi e documenti d’archivio provenienti dalla Soprintendenza Speciale di Roma e da altre importanti istituzioni italiane e internazionali
A Palermo il Cristo di Michelangelo
Grazie alla Fondazione Federico II fino al 30 aprile Palazzo dei Normanni ospita il Cristo Risorto Portacroce Giustiniani di Michelangelo.
Questa imponente scultura in marmo di Carrara, proveniente da Osaka e custodita presso la Cappella del Cristo Portacroce del Santuario al Volto Santo a Bassano Romano, in provincia di Viterbo, fu attribuita a Michelangelo Buonarroti soltanto a partire dal 2001 grazie agli studi attenti e appassionati della studiosa Silvia Danesi Squarzina e della sua allora allieva Irene Baldriga. La statua è riconosciuta come la prima versione del Cristo commissionato a Michelangelo Buonarroti da Metello Vari per la chiesa di Santa Maria sopra Minerva a Roma.
In realtà la “vena” nera sul volto, un piccolo difetto naturale del marmo, non piacque a Michelangelo che la considerò come una grave imperfezione al punto da lasciare l’opera incompleta. Secondo la versione più accreditata la scultura sarebbe stata terminata in un secondo momento da Gian Lorenzo Bernini.
Agli Uffizi arriva un ritratto di Giacomo Ceruti
Passato alla storia come “il pittore degli ultimi”, Giacomo Ceruti entra alle Gallerie degli Uffizi con Il mendicante moro.
Realizzata dal pittore settecentesco, nella prima metà del XVIII secolo, l’opera dota le gallerie fiorentine di un nuovo capolavoro che va ad affiancarsi a un’altra tela di Ceruti: Ragazzo con cesta di pesci e granseole, realizzato circa dieci anni dopo il Moro.
Al contrario della tradizione rinascimentale e barocca nella quale soggetti di origini africane vengono presentati vestiti con costumi moreschi o turchi, rimandando ai servitori che lavoravano come paggi o valletti, il moro di Ceruti chiede l’elemosina, avvolto da abiti stracciati. Eppure l’artista lo ritrae con la stessa solennità e il medesimo riguardo stilistico destinato all’epoca ai ritratti nobiliari.
A Treviso arrivano Van Gogh, Picasso, Monet
Dal 15 novembre al 10 maggio Marco Goldin porta al Museo Santa Caterina di Treviso, per la prima volta in Europa, oltre sessanta opere provenienti dal Museo di Toledo nell’Ohio. Grazie ai prestiti della prestigiosa istituzione americana nata alla fine dell’Ottocento e diventata uno dei centri più importanti per l’arte del Novecento, il visitatore potrà compiere un viaggio nell’arte dall'astrazione americana del Novecento all'impressionismo europeo.
In questo percorso a ritroso nella storia dell’arte europea e americana dell’Ottocento e del Novecento, si affiancheranno Piet Mondrian, Morris Louis, Helen Frankenthaler, oltre ai rappresentanti delle avanguardie, da Picasso a Matisse, da Modigliani a Braque, da Klee a Delaunay. Non mancheranno i giganti dell’impressionismo e del post impressionismo, da Cezanne a Monet, da Gauguin a Renoir, da Caillebotte a Fantin-Latour, fino all’arte sublime di Hopper.