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Mps rilancia su Mediobanca, ma Nagel prepara la contromossa

- di: Bruno Coletta
 
Mps rilancia su Mediobanca, ma Nagel prepara la contromossa

Scatta l’ops da 13 miliardi, ma Piazzetta Cuccia non molla: venerdì il piano 2028. Si accende il risiko con Ifis-Illimity e Bper-Sondrio.

(Foto: Alberto Nagel, Ceo di Mediobanca).

Il colpo grosso del Monte, ma il finale è tutto da scrivere

Con una mossa preparata da mesi e formalizzata il 26 giugno 2025, il consiglio di amministrazione di Mps ha acceso la miccia dell’offerta pubblica di scambio su Mediobanca. Una sfida da 13,19 miliardi di euro, più sovrapprezzo, che potrebbe ridisegnare gli equilibri del credito italiano, accendendo una contesa senza precedenti tra Siena e Piazzetta Cuccia. Lo scopo? Prendere il controllo dell’istituto guidato da Alberto Nagel, rilevarne le partecipazioni strategiche e posizionarsi come polo alternativo alle grandi banche sistemiche.

Ma lo scontro non è affatto chiuso. Nagel risponderà oggi con un piano industriale aggiornato al 2028. Il banchiere prometterà più utili, dividendi generosi e una strategia stand alone capace di far vacillare i soci tentati dalla proposta senese.

I numeri e le incognite dell’offerta

L’operazione è tecnicamente pronta: il prospetto informativo sarà inviato alla Consob, che avrà cinque giorni per approvarlo. L’avvio dell’ops potrebbe scattare il 14 luglio, con chiusura tra agosto e metà settembre.

I grandi soci sembrano divisi. Delfin (19,8%) e il gruppo Caltagirone (9,9%) sarebbero orientati a conferire. Lo stesso per le casse di previdenza (5%). Ma altri, come i Benetton (2%), appaiono freddi. Mediolanum potrebbe sfilarsi cedendo la sua quota — un 4,4% che include anche Finprog — per evitare imbarazzi.

Se l’adesione restasse sotto il 50% più un’azione, Mps non potrebbe consolidare Mediobanca: salterebbero le sinergie stimate in 700 milioni e si perderebbero 2,9 miliardi di imposte differite (le famose Dta).

Nagel non cede: il piano 2028 come scudo

Il messaggio che partirà venerdì da Piazzetta Cuccia sarà chiaro: “La banca non ha bisogno di un salvataggio”. Il piano 2028 annuncerà un ritorno su livelli record di redditività, con un payout generoso a favore degli azionisti. La strategia punterà su tre pilastri: rafforzamento nel wealth management, dismissione di asset non core e nuova spinta al corporate advisory.

La carta vincente di Nagel è la continuità: “Non ci sono alchimie né fusioni da digerire”, avrebbe detto informalmente ai suoi.

Risiko bancario: Ifis-Ilimity e Bper-Sondrio agitano il mercato

Il risiko non si ferma a Mps-Mediobanca. Oggi scade l’ops lanciata da Banca Ifis su illimity. Le adesioni hanno superato il 52,3% e potrebbero aumentare grazie a un premio del 5% promesso dalla holding La Scogliera.

Nel frattempo, Unipol ha aderito all’offerta di Bper su Banca Popolare di Sondrio con il suo 19% detenuto nella banca valtellinese. Una mossa che rafforza la posizione di Bper e certifica che il risiko si è fatto strutturale, non episodico.

Un’estate da assedio per il credito italiano

La partita si gioca nei consigli d’amministrazione, ma con riflessi politici e regolatori. La Bce ha già dato il via libera all’operazione Mps-Mediobanca, segnale che le autorità non intendono bloccare le aggregazioni, ma ne osserveranno la sostenibilità.

Lo Stato, azionista con il 26,7% in Mps, è silente ma vigile. A Palazzo Chigi, nessuno smentisce l’ambizione di Lovaglio di costruire una quarta gamba del credito accanto a Intesa, Unicredit e Banco Bpm.

Tutto in gioco, tutto aperto

Siamo solo all’inizio. L’offerta di Mps può cambiare la finanza italiana, ma la resistenza di Mediobanca sarà feroce. La strada è lunga, gli attori tanti, le incognite ancora di più. E se è vero che Delfin e Caltagirone sembrano aver scelto da che parte stare, è altrettanto vero che la battaglia per Piazzetta Cuccia non è una guerra lampo.

Chi vincerà lo scopriremo nelle assemblee e nei mercati, ma soprattutto nei corridoi silenziosi dove si scrive il potere. E questa volta, sarà tutto tranne che un gioco tra gentiluomini.

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