Musk attacca il maxi disegno di legge fiscale voluto da Trump: "Un disgustoso abominio"
- di: Cristina Volpe Rinonapoli

Elon Musk rompe il silenzio e affonda il colpo contro il grande disegno di legge fiscale e di spesa promosso da Donald Trump e sostenuto dai Repubblicani al Congresso. "Un disgustoso abominio", ha scritto il magnate su X, riferendosi al provvedimento noto come “One Big Beautiful Bill Act”, approvato di recente dalla Camera con uno scarto minimo e ora atteso in Senato per ulteriori modifiche. Un attacco che riaccende il dibattito su deficit, debito pubblico e sostenibilità economica di un pacchetto di misure che prevede sia tagli fiscali sia spese record per la difesa.
Musk attacca il maxi disegno di legge fiscale voluto da Trump: "Un disgustoso abominio"
Secondo le stime dell’Ufficio del Bilancio del Congresso (CBO), il disegno di legge porterebbe a un aumento del deficit federale di circa 3.800 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni, contribuendo a spingere il debito nazionale ben oltre i 36 trilioni attuali. La misura ripropone i tagli fiscali del 2017, eredità del primo mandato Trump, e li estende a nuovi ambiti, con l’obiettivo dichiarato di sostenere la crescita economica e rafforzare l’occupazione.
Ma il prezzo, per Musk e altri critici, è troppo alto. In particolare, il fondatore di Tesla e SpaceX – che recentemente ha lasciato un ruolo di consulenza presso il Dipartimento per l’Efficienza del Governo – sottolinea il rischio di un deficit annuale destinato a superare i 2.500 miliardi di dollari, compromettendo, a suo dire, la solidità fiscale degli Stati Uniti e la credibilità finanziaria a lungo termine.
Difesa, tagli green e assistenza sociale
Il disegno di legge prevede una nuova impennata nella spesa per la difesa, con uno stanziamento di 150 miliardi di dollari, mentre riduce significativamente numerosi incentivi per l’energia pulita introdotti dalle amministrazioni precedenti. Una scelta che, secondo gli analisti, segna un chiaro spostamento di priorità da parte dei Repubblicani, decisi a rilanciare l’economia su basi più tradizionali, in parte a discapito dell’agenda verde.
Un altro nodo critico è rappresentato dalla stretta sui programmi sociali. Il provvedimento introduce requisiti di lavoro più severi per i beneficiari di Medicaid e SNAP (il programma federale di assistenza alimentare), tanto che il CBO stima una possibile perdita della copertura sanitaria per 8,6 milioni di americani entro il 2034. Una prospettiva che ha scatenato le proteste dell’opposizione democratica e delle organizzazioni di tutela sociale.
Musk, voce fuori dal coro nel centrodestra
Pur non essendo nuovo a interventi pubblici su temi politici ed economici, Elon Musk raramente aveva assunto una posizione così netta contro una proposta legislativa di matrice repubblicana. Il suo dissenso, però, si colloca in un quadro più ampio: Musk è da tempo promotore di una maggiore efficienza della macchina pubblica e di un rigore fiscale che considera essenziale per la tenuta del Paese. Il disegno di legge, sostiene, va nella direzione opposta, alimentando sprechi e gonfiando un debito già fuori controllo.
Inoltre, secondo il miliardario, il provvedimento smentisce le promesse di riduzione del perimetro statale avanzate da Trump, dando vita a un ibrido incoerente: meno tasse, ma più spesa militare, meno welfare ma più deficit.
Il Senato verso la riscrittura
Ora il testo approvato dalla Camera si trova al vaglio del Senato, dove la partita si preannuncia complessa. Alcuni senatori repubblicani moderati hanno già espresso perplessità, mentre i democratici si preparano a una battaglia parlamentare su più fronti, nel tentativo di ridimensionare le misure più controverse. Possibili modifiche potrebbero riguardare proprio i crediti d’imposta per l’energia e le soglie di accesso ai programmi assistenziali.
Il voto finale è atteso nelle prossime settimane. Nel frattempo, l’intervento di Elon Musk potrebbe rafforzare il fronte del dissenso interno al centrodestra, dando voce a quella parte di elettorato conservatore che teme una nuova stagione di spesa pubblica fuori controllo, nonostante la retorica del taglio delle tasse.