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Netanyahu: "Conquisteremo Gaza ma eviteremo la carestia". L'esercito avanza, 22 vittime nei nuovi raid

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Netanyahu: 'Conquisteremo Gaza ma eviteremo la carestia'. L'esercito avanza, 22 vittime nei nuovi raid
Israele non ha intenzione di rallentare l’offensiva nella Striscia di Gaza. Lo ha dichiarato il primo ministro Benjamin Netanyahu in un video diffuso ieri, sottolineando l’obiettivo di “prendere il controllo di tutta Gaza” per completare la vittoria su Hamas e garantire la liberazione degli ostaggi. Allo stesso tempo, però, il premier ha ammesso che la situazione umanitaria rappresenta una minaccia per l’equilibrio militare e diplomatico dell’operazione.

Netanyahu: "Conquisteremo Gaza ma eviteremo la carestia". L'esercito avanza, 22 vittime nei nuovi raid

"Non dobbiamo arrivare a una situazione di carestia, né dal punto di vista pratico né da quello diplomatico", ha affermato Netanyahu. "Ci stiamo rapidamente avvicinando alla linea rossa, a una situazione in cui potremmo perdere il controllo e allora tutto crollerebbe. Semplicemente, non ci sosterrebbero". Un’ammissione che evidenzia le pressioni internazionali su Tel Aviv, cresciute nelle ultime settimane con l’aumento delle vittime civili e i timori per un collasso umanitario nella Striscia.

Raid e vittime: la guerra continua

Mentre il premier parlava, i bombardamenti israeliani continuavano. Secondo fonti di Hamas, almeno 22 persone sono rimaste uccise negli ultimi attacchi, tra Rafah e Khan Younis. L'esercito israeliano, da parte sua, sostiene di colpire esclusivamente obiettivi militari riconducibili al gruppo islamista, ma il bilancio civile resta elevato e allarma le cancellerie internazionali.

Una strategia che cerca legittimazione

La linea dura di Netanyahu mira a rassicurare l'opinione pubblica interna, ancora scossa dagli attacchi del 7 ottobre e dalle incertezze sulla sorte degli ostaggi. Ma si scontra con la necessità di mantenere il sostegno delle potenze occidentali, a partire dagli Stati Uniti. Il premier israeliano cerca dunque un equilibrio difficile tra l’obiettivo di annientare Hamas e la necessità di evitare un collasso umanitario che potrebbe delegittimare l’intera operazione militare.
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