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Orsini (Confindustria): “Acciaio strategico, servono riforme Ue e meno burocrazia”

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Orsini (Confindustria): “Acciaio strategico, servono riforme Ue e meno burocrazia”

Il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, ha rilanciato un appello chiaro al sistema politico ed economico europeo: “Serve una semplificazione burocratica se vogliamo restare competitivi a livello globale”. Le sue parole arrivano nel pieno del confronto tra le principali organizzazioni industriali europee, in vista dell’incontro trilaterale di fine anno a Roma con Medef e Bdi.

Orsini (Confindustria): “Acciaio strategico, servono riforme Ue e meno burocrazia”

Un evento che segna la volontà di costruire una strategia industriale comune tra Italia, Francia e Germania, le tre locomotive produttive d’Europa. Secondo Orsini, “alcuni settori riusciranno comunque ad esportare negli Usa anche con dazi al 10%, ma altri avranno bisogno di politiche di sostegno mirate. È questo che abbiamo detto alla presidente von der Leyen: vogliamo rimanere competitivi in tutti i comparti”.

Allarme dazi e rischio svalutazione del dollaro

La pressione fiscale e commerciale, unita alla dinamica valutaria, è al centro delle preoccupazioni. “Anche un dazio del 10% può danneggiarci seriamente – ha spiegato Orsini – se lo sommiamo alla svalutazione del dollaro, diventa un peso che le nostre imprese faticano a sostenere. Occorre una valutazione puntuale settore per settore”. Il messaggio è diretto anche alla nuova Commissione europea e ai governi nazionali: non bastano i grandi annunci, servono strumenti efficaci per garantire l’accesso ai mercati extra-Ue e contrastare misure protezionistiche. L’analisi dettagliata delle filiere e l’intervento mirato sono considerati prioritari per evitare emorragie occupazionali e perdita di know-how industriale.

ETS: vincolare i proventi alla decarbonizzazione

Orsini ha poi affrontato il tema degli Ets, i permessi per l’emissione di CO₂, che in Europa costituiscono una voce sempre più rilevante nei bilanci delle imprese. “Va evitata la speculazione e la volatilità dei prezzi dell’energia – ha detto –. I proventi degli Ets devono essere utilizzati obbligatoriamente per sostenere la decarbonizzazione dell’industria”. Il numero uno di Confindustria ha inoltre chiesto l’estensione del meccanismo di compensazione degli Ets anche a quei settori che, pur essendo esposti alla concorrenza internazionale, non sono stati inclusi nel sistema attuale. La proposta rientra nella visione di un’industria che scommette sull’ambiente, ma con strumenti flessibili e attenti al contesto produttivo. “Decarbonizzare sì – ha sottolineato – ma con neutralità tecnologica e senza disperdere le nostre competenze industriali”.

Acciaio e Taranto, snodo decisivo per il Paese

Un passaggio importante è stato dedicato all’acciaio, con riferimento implicito al caso ex Ilva di Taranto. “Per l’Italia l’acciaio è strategico – ha dichiarato Orsini –. Pensare di farne a meno è miope. Che sia Taranto o un altro luogo non è una scelta che spetta a noi, ma sappiamo quanto sia difficile ottenere l’Aia (Autorizzazione Integrata Ambientale) lì. Serve un confronto serio, complessivo, che tenga conto dell’impatto economico e sociale”. Il messaggio è un invito a superare lo stallo e individuare soluzioni pragmatiche che salvaguardino l’occupazione e la capacità produttiva nazionale in un settore considerato ancora essenziale per la competitività del sistema industriale italiano.

Medef: “Italia e Francia insieme valgono il 30% del Pil europeo”
Dal canto suo, Fabrice Le Saché, vicepresidente di Medef, ha sottolineato l’importanza dell’unità tra gli attori industriali europei: “Italia e Francia da sole rappresentano il 30% del Pil europeo. Dobbiamo essere protagonisti. L’Europa si fa a Bruxelles, ma anche nelle ventisette capitali. È nostra responsabilità convincere governi, eurodeputati e cittadini della necessità di politiche industriali coraggiose”. Parole che rafforzano il senso di un’agenda comune e rilanciano il ruolo del dialogo transnazionale per affrontare sfide condivise come l’autonomia strategica, l’energia e la transizione ecologica.

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