Fabrizio Corona, l’uomo che trasforma ogni dichiarazione in un trailer apocalittico, aveva parlato. Con l’aria di chi è in contatto diretto con fonti mistiche (o forse con un gruppo Telegram pieno di teorie strampalate), aveva annunciato che Papa Francesco era già morto, ma che “non ce lo vogliono dire”.
Papa vivo, Fabrizio disoccupato (forse)
Un’affermazione così solenne e drammatica che nemmeno Dan Brown avrebbe osato scrivere. E come ogni profezia che si rispetti, aveva aggiunto la sua personale penitenza in caso di smentita: “Se il Papa è ancora vivo, mi ritiro dalle scene.”
Un voto, insomma. Una promessa pubblica. Una di quelle frasi che, se fossimo nel Medioevo, avrebbe comportato un pellegrinaggio scalzo fino a San Giovanni in Laterano.
Ma, come spesso accade quando si costruisce un intero annuncio sulla base del silenzio altrui, il silenzio ha parlato. E quando ha parlato, l’ha fatto con voce chiara: Papa Francesco è vivo.
Dopo alcuni giorni di assenza a causa di un’influenza, il Pontefice è infatti riapparso dal balcone di Piazza San Pietro, sorridente e in buona salute, a salutare i fedeli. Un gesto semplice, quasi tenero, ma che per Corona ha avuto la potenza distruttiva di una doccia gelata sul set.
Fine della teoria. Fine della suspense. Fine — almeno in teoria — della carriera.
E invece no. Nel giro di poche ore, la narrazione è cambiata. Fabrizio ha precisato, reinterpretato, aggiustato: “Era una provocazione. Una riflessione.” E via di nuovo verso nuove promesse, nuovi scenari e nuovi annunci.
Perché, diciamocelo, se Corona davvero smettesse di parlare, scrivere, apparire, resterebbe un buco nel palinsesto nazionale difficile da riempire. Un silenzio mediatico che non possiamo (o non vogliamo) ancora affrontare.
Intanto il Papa benedice, Corona rilancia, e l’Italia resta in equilibrio tra fede e fiction.
Morale della storia: meglio non scommettere il proprio futuro sulle condizioni di salute di un Papa. Soprattutto quando il Papa è più resistente di quanto certi titoli vogliano far credere.