Pensioni e Irpef: un congelamento parziale che divide il Paese

Il quadro che cambia: più cautela che svolta

La manovra imbocca una via di mezzo: promesse sociali da onorare e vincoli di bilancio da rispettare. Il governo punta a congelare i tre mesi in più sull’età di pensionamento dal 2027, ma in modo selettivo, e a tagliare l’Irpef nel tratto 28–35 mila euro. L’obiettivo dichiarato è alleggerire chi è nel cuore del ceto medio senza mettere a rischio i conti.

Le ipotesi sul tavolo: selettività e costi sotto controllo

La linea più accreditata prevede che lo stop ai tre mesi valga solo per chi nel 2027 avrà già compiuto 64 anni. Per gli altri resterebbe lo “scalino”, con uscita più tardiva. La stima dei tecnici è netta: così il costo scenderebbe da circa 1 miliardo l’anno a 300 milioni, riducendo l’impatto strutturale sulla spesa previdenziale.

In alternativa si valuta un compromesso: aumento di un solo mese e finestra mobile tra maturazione del diritto e uscita effettiva. Sullo sfondo si discute anche del coefficiente di trasformazione, la leva che traduce i contributi in assegno e che potrebbe essere ritoccata per riequilibrare gli effetti della riforma.

Irpef: il taglio c’è, ma va rifinito

La riduzione dell’aliquota dal 35% al 33% nel segmento 28–35 mila euro produce un beneficio medio stimato in circa 440 euro annui. Con l’attuale meccanismo a scaglioni, però, l’effetto si proietta anche sui redditi alti. Per questo si studiano soglie e compensazioni per limitare i vantaggi a chi non ne ha bisogno e contenere il fabbisogno di cassa.

Tradotto: ossigeno al ceto medio, sì; regali ai top income, no. La chiave sarà la definizione dei paletti, perché la differenza tra misura equa e misura regressiva la fa il dettaglio tecnico.

Le reazioni politiche: accuse incrociate

Le opposizioni alzano la voce. L’Italia dei Valori parla di “presa in giro”, mentre il Movimento 5 Stelle bolla il pacchetto come “un pacco per gli italiani”, ricordando che le promesse elettorali puntavano alla rottura con la legge Fornero, non a un irrigidimento. La maggioranza frena sulle soluzioni più costose e spinge per un congelamento selettivo capace di reggere alla prova dei conti.

Calendario decisivo e nodi aperti

La settimana è densa: audizioni su Documento programmatico di finanza pubblica, informativa del ministro dell’Economia, Eurogruppo ed Ecofin, e verifica dei rating che può incidere sui margini della legge di Bilancio. Il traguardo politico è chiaro: varare la manovra entro il 20 ottobre, con una cornice credibile anche a Bruxelles.

La sostanza

Congelamento parziale delle pensioni e taglio Irpef mirato compongono un compromesso che non entusiasma ma tiene insieme sostenibilità e consenso. La partita vera si gioca ora sui decreti e sulle tabelle: è lì che si decide se questa manovra sarà una riforma equa o l’ennesimo gioco di prestigio contabile.