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Produzione industriale, torna il segno più dopo oltre due anni: +0,3% ad aprile 2024

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Produzione industriale, torna il segno più dopo oltre due anni: +0,3% ad aprile 2024

Dopo ventisei mesi consecutivi di calo tendenziale, l’industria italiana torna a registrare una crescita, seppur modesta. Lo certifica l’Istat nel bollettino relativo al mese di aprile 2024, che segnala un aumento dello 0,3% rispetto allo stesso mese del 2023. Un segnale positivo che, pur nella sua entità contenuta, interrompe una lunga fase contraddistinta da contrazione produttiva e ristagno della domanda.

Produzione industriale, torna il segno più dopo oltre due anni: +0,3% ad aprile 2024

L’Istituto di statistica definisce la variazione come “modesta”, ma sottolinea il valore simbolico dell’inversione di tendenza, che potrebbe preludere a un rinnovato dinamismo del comparto industriale.

Il dato tendenziale, corretto per gli effetti di calendario, mostra una ripresa trainata in particolare dai settori dell’energia e dei beni di consumo. Al contrario, permangono flessioni nei comparti dei beni intermedi e dei beni strumentali, che continuano a soffrire una domanda interna debole e un clima di incertezza negli investimenti. Anche su base mensile, la variazione rispetto a marzo risulta positiva, con un +1% che rafforza la percezione di un possibile cambio di passo. L’Istat invita comunque alla cautela: si tratta di un primo segnale che necessita di conferme nei mesi successivi per poter parlare di una reale ripresa ciclica.

I settori che trainano e quelli in difficoltà

Nel dettaglio, il miglioramento dei beni di consumo si lega soprattutto alla componente non durevole, sostenuta da una domanda interna più vivace rispetto al recente passato. Il comparto dell’energia, invece, beneficia del riallineamento dei prezzi sui mercati internazionali e di una maggiore stabilità delle forniture. Al contrario, i beni intermedi continuano a registrare segni meno, in parte per la difficoltà di approvvigionamento di materiali, in parte per la stagnazione del manifatturiero. I beni strumentali, legati agli investimenti produttivi, restano al palo: un dato che riflette ancora incertezze strutturali e attese prudenti da parte delle imprese.

Un contesto europeo ancora complesso


Il dato italiano va letto nel contesto più ampio del rallentamento industriale che ha colpito gran parte dell’area euro nel biennio 2022-2023. L’effetto combinato del rialzo dei tassi, della crisi energetica e delle tensioni geopolitiche ha inciso profondamente sulla capacità produttiva delle economie europee. In questo quadro, l’Italia sembra oggi mostrare timidi segnali di recupero prima di altri Paesi, ma il percorso resta esposto a variabili esterne come l’andamento dei prezzi delle materie prime, l’inflazione residua e l’evoluzione del commercio globale. Il legame tra industria e domanda internazionale sarà decisivo nei prossimi trimestri.

Le implicazioni per la politica economica

L’inversione del trend potrebbe influenzare anche le scelte del governo in materia economica. Una ripresa, per quanto debole, della produzione industriale rappresenta un indicatore positivo anche sul fronte del lavoro e delle entrate fiscali. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy guarda con attenzione all’andamento del settore, in particolare per quanto riguarda le filiere strategiche legate alla transizione energetica e digitale. Il dato Istat offre dunque una base su cui costruire eventuali politiche di incentivo o di sostegno mirato, in una fase che resta comunque delicata sotto il profilo macroeconomico.

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