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Putin telefona a Trump e Papa Leone XIV, ma rifiuta ogni tregua. L'Ucraina denuncia: "Mosca si sente impunita"

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Putin telefona a Trump e Papa Leone XIV, ma rifiuta ogni tregua. L'Ucraina denuncia: 'Mosca si sente impunita'

Le trattative internazionali per porre fine alla guerra in Ucraina si sono intensificate nelle ultime ore con una serie di telefonate ad alto livello, ma l’esito è stato tutt’altro che incoraggiante. Vladimir Putin ha parlato con il presidente americano Donald Trump e con Papa Leone XIV, in quella che è stata descritta come una mossa diplomatica di grande visibilità.

Putin telefona a Trump e Papa Leone XIV, ma rifiuta ogni tregua. L'Ucraina denuncia: "Mosca si sente impunita"

Tuttavia, le dichiarazioni rilasciate al termine dei colloqui hanno spento ogni speranza di una cessazione imminente delle ostilità. “Non è possibile una pace immediata”, ha dichiarato il presidente russo, confermando il proprio intento di proseguire le operazioni militari in risposta agli attacchi ucraini sugli aeroporti in territorio russo. A poche ore dalle conversazioni, un nuovo raid russo nel nord dell’Ucraina ha provocato la morte di cinque civili, tra cui un bambino di un anno.

Telefonate incrociate e smentite reciproche

L’incontro telefonico tra Putin e Papa Leone XIV ha avuto un forte valore simbolico: si tratta della prima comunicazione diretta tra il leader del Cremlino e un pontefice dall’inizio della guerra. Fino a oggi, neanche durante il pontificato di Francesco si era verificata una simile apertura. Secondo la Santa Sede, Leone XIV ha ribadito “l’importanza del dialogo come unica via per trovare soluzioni sostenibili al conflitto”, esortando Mosca a compiere un gesto di buona volontà. Ma l’accoglienza russa è stata fredda. Il Cremlino ha ribadito che “Kiev è diventata un’organizzazione terroristica” e che qualsiasi proposta di negoziato servirebbe solo a guadagnare tempo.

Anche la telefonata con il presidente americano Donald Trump non ha avuto effetti distensivi. Secondo fonti statunitensi, il colloquio si sarebbe concentrato sulla possibilità di riaprire un canale diretto tra Mosca e Washington per evitare un’escalation globale, ma da parte russa si sarebbe riaffermata la volontà di non modificare la strategia militare in Ucraina. Un segnale chiaro: nonostante il pressing internazionale, Putin continua a dettare i tempi del conflitto.

Zelenskyj: “Putin si sente impunito”

Dall’Ucraina, il presidente Volodymyr Zelenskyj ha definito “inutile” un nuovo colloquio tra le delegazioni, sostenendo che le attuali condizioni non permettono trattative credibili. “Putin si sente impunito e continua a colpire la popolazione civile”, ha detto in un messaggio notturno, commentando il raid che ha colpito la regione di Chernihiv, causando la morte di cinque persone e decine di feriti.

Lo scambio previsto di 1.000 prigionieri tra Russia e Ucraina nel fine settimana appare quindi come un’operazione di facciata più che un gesto di distensione. Secondo gli analisti, entrambe le parti intendono usare l’evento a fini propagandistici, mentre i combattimenti proseguono ininterrotti nelle regioni orientali. Kiev accusa Mosca di utilizzare le trattative sui prigionieri per legittimare la propria narrativa, mentre da Mosca si parla di un atto di umanità unilaterale.

Le pressioni internazionali e il ruolo del Vaticano

Il Vaticano continua a muoversi sul piano diplomatico come mediatore silenzioso. Dopo l’appello di Leone XIV, che ha parlato di “occasione da non sprecare per dimostrare l’umanità”, la Santa Sede ha confermato che il Pontefice mantiene aperti tutti i canali di contatto con le parti in conflitto. Tuttavia, nessun inviato speciale è stato annunciato per il momento, e le prospettive di un cessate il fuoco sembrano sfumare nel breve termine.

La Nato, intanto, prepara un rafforzamento della propria postura difensiva, allertata da Washington che ha chiesto ai membri europei di essere “pronti a ogni eventualità”. Secondo una nota del Dipartimento di Stato, “Putin sta elaborando le prossime mosse, e la soglia del 5% del Pil in spesa militare diventa un obiettivo per ogni Paese dell’Alleanza”.

Un conflitto che si cronicizza

A più di due anni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, lo scenario resta drammaticamente statico dal punto di vista diplomatico. Se da un lato la comunità internazionale continua a invocare negoziati, dall’altro le azioni concrete latitano e l’intransigenza del Cremlino si rafforza.

La guerra si è cronicizzata, diventando un elemento strutturale del panorama geopolitico europeo. L’Ucraina, esausta e in difficoltà, fatica a mantenere il sostegno dell’opinione pubblica occidentale. L’Europa, pur condannando le violazioni dei diritti e ribadendo il sostegno a Kiev, non riesce a offrire una strategia coesa per fermare l’aggressione.

La telefonata di Papa Leone XIV, per quanto storica, rischia di rimanere un gesto isolato in un mare di incomunicabilità. La pace, al momento, appare ancora lontana.

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