• Tutto con Bancomat. Scambi denaro, giochi ti premi.
  • Esprinet molto più di un distributore di tecnologia
  • Fai un Preventivo

Romania: escluso il candidato filorusso Călin Georgescu, proteste e scontri

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Romania: escluso il candidato filorusso Călin Georgescu, proteste e scontri

Le elezioni presidenziali in Romania si trasformano in un nuovo fronte della competizione geopolitica tra Occidente e Russia. La Commissione Elettorale Centrale ha escluso dalla corsa Călin Georgescu, il candidato populista e filorusso che a novembre aveva sorprendentemente vinto il primo turno. Una vittoria poi annullata dalla Corte Costituzionale per presunte interferenze di Mosca nel processo elettorale e gravi irregolarità nei finanziamenti della sua campagna.

Romania: escluso il candidato filorusso Călin Georgescu, proteste e scontri

La decisione di estromettere Georgescu non è solo un fatto interno alla politica rumena: è il segnale di un più ampio scontro tra chi vuole consolidare il ruolo del Paese all’interno della NATO e dell’Unione Europea e chi, invece, guarda a Oriente con un misto di nostalgia e pragmatismo. Perché, se è vero che la Romania è ufficialmente allineata con Bruxelles e Washington, è altrettanto vero che una parte della popolazione non ha mai smesso di diffidare dell’Occidente e dei suoi modelli economici.

Un voto tra malessere economico e spinte filorusse
Georgescu è diventato il simbolo di questo malessere. Il suo successo elettorale ha sorpreso molti analisti, che fino a pochi mesi fa lo consideravano un outsider con poche possibilità. Ma il suo messaggio ha fatto breccia in una società che, pur godendo di una crescita economica superiore alla media europea, vede aumentare le disuguaglianze e soffre l’inflazione galoppante.

Nelle aree rurali e tra le fasce più povere della popolazione, il richiamo di un leader che promette "sovranità economica" e una "nuova indipendenza dalla dittatura di Bruxelles" ha trovato terreno fertile. Un linguaggio che, a ben guardare, riecheggia la narrativa del Cremlino, con il suo disprezzo per l’ordine liberale occidentale e la promessa di un ritorno ai "valori tradizionali".

Mosca osserva, Bruxelles preoccupata
Se Bucarest è in fermento, a Mosca si guarda con interesse alla vicenda. La Romania, con il suo confine lungo oltre 600 chilometri con l’Ucraina, è un tassello chiave del fronte NATO in Europa orientale. Negli ultimi anni, il Paese ha ospitato sempre più basi militari dell’Alleanza Atlantica e ha rafforzato le sue capacità di difesa, diventando un avamposto della strategia occidentale contro la Russia.

Georgescu rappresentava una variabile impazzita in questo scenario. Se fosse riuscito a vincere le elezioni, avrebbe potuto destabilizzare gli equilibri strategici della regione, aprendo un varco all’influenza russa. Ecco perché la sua esclusione è stata salutata con sollievo nei palazzi della Commissione Europea e nei quartieri generali della NATO, ma rischia di alimentare tensioni interne difficili da controllare.

Proteste e scontri a Bucarest
La reazione dei sostenitori di Georgescu non si è fatta attendere. Migliaia di persone sono scese in piazza a Bucarest, davanti alla sede della Commissione Elettorale, gridando al "golpe istituzionale" e denunciando l’esclusione del loro candidato come una "farsa orchestrata dall’Occidente". La situazione è rapidamente degenerata, con la polizia che ha usato gas lacrimogeni per disperdere la folla.

Alcuni manifestanti hanno attaccato gli agenti, lanciando pietre e bottiglie, mentre gruppi organizzati hanno cercato di forzare i blocchi di sicurezza per entrare nell’edificio governativo. Scene che ricordano, per certi versi, quanto accaduto in passato in altri paesi dell’Est Europa, dove il confine tra protesta politica e disordini sociali è sempre più labile.

Georgescu: “Vogliono cancellare la volontà del popolo”
Dal canto suo, Georgescu ha denunciato l’accaduto con toni durissimi. In un video diffuso sui social media, ha parlato di "golpe bianco" e ha accusato il governo di voler "cancellare la volontà del popolo rumeno". Ha poi annunciato ricorsi legali e ha chiamato i suoi sostenitori a "resistere pacificamente alla dittatura di Bruxelles e Washington".

Ma al di là della retorica, la sua posizione si fa sempre più difficile. È sotto inchiesta per istigazione contro l’ordine costituzionale e per legami con organizzazioni neofasciste, accuse che potrebbero portare a conseguenze legali ben più gravi di una semplice esclusione elettorale.

Un futuro incerto per la Romania
L’esclusione di Georgescu e le tensioni che ne sono seguite mostrano quanto sia fragile la stabilità della Romania in questo momento storico. Il Paese si trova schiacciato tra due spinte contrapposte: da un lato, l’adesione sempre più forte all’Occidente, con investimenti e alleanze strategiche che lo rendono un pilastro della NATO; dall’altro, una parte della società che si sente esclusa e tradita, pronta a guardare a Mosca come alternativa.

La partita non è ancora chiusa. Georgescu non è il primo leader populista a essere messo fuori gioco, e spesso in situazioni simili la repressione finisce per alimentare ancora di più il consenso. La Romania potrebbe trovarsi di fronte a una stagione di proteste e instabilità, proprio nel momento in cui l’Europa è chiamata a confrontarsi con una guerra ai suoi confini e con la sfida russa che non accenna a diminuire.

Mentre Bucarest brucia, i palazzi del potere a Bruxelles e Washington trattengono il fiato: perché quello che sta accadendo in Romania è molto più di un episodio di politica interna. È il segnale che il fronte orientale dell’Europa è tutt’altro che saldo. E Mosca, come sempre, osserva e aspetta il momento giusto per colpire.

Notizie dello stesso argomento
Nessun record risponde ai criteri di ricerca
  • Con Bancomat, scambi denaro, giochi e ti premi.
  • Punto di contatto tra produttori, rivenditori & fruitori di tecnologia
  • POSTE25 sett 720