Addio Sandrocchia

- di: Barbara Leone
 
E’ stata una delle muse del grande Federico Fellini, con cui ebbe una relazione segreta durata ben 17 anni. Ancora un amore clandestino, quello con Bettino Craxi: “intelligente, colto, curioso ma di una timidezza che pochi conoscevano”, disse in un’intervista Sandra Milo. Per gli amici Sandrocchia, forse per quel suo fare svagato e perennemente infantile, complice una vocina da bambina che mal celava i suoi 90 anni compiuti lo scorso marzo. Se n’è andata così: senza clamore, in punta di piedi a dispetto della sua fragorosa esuberanza.

Addio Sandrocchia

Nata a Tunisi nel 1933, la Milo viene riportata in Italia dal suo papà di origini siciliane, che prima di partire per la guerra d’Africa spedì tutta la sua famiglia a Viareggio. E qui, ad appena 15 anni, si sposa con il marchese Cesare Rodighiero grazie a una dispensa papale. Lei, all’epoca è incinta ma perde il bambino e, dopo pochi mesi dal matrimonio lascia il marito e parte per Milano in cerca di fortuna.

Giovanissima, biondissima e bellissima, Sandra tenta prima la carriera di fotomodella e poi di attrice grazie al produttore cinematografico greco Moris Ergas. Con cui, manco a dirlo, ebbe una liaison sentimentale. Ed è grazie a lui che conosce Alberto Sordi, Rossellini sino al fatidico incontro con Fellini, che la dirigerà in “8 e ½” e “Giulietta degli spiriti”. Film per i quali la Milo vince il Nastro d'argento come miglior attrice non protagonista. Una relazione intensa e tormentata, quella tra Sandrocchia e il mago Fellini: L’ho amato disperatamente per diciassette anni. Poi l’ho lasciato. Restavamo amanti anche se io mi sposavo con altri uomini e facevo figli”, dirà in una delle tante interviste. Tra un film e un altro, pochi in verità in quel periodo, nel 1968 si sposa con Ottavio De Lollis con cui ha due figli: Azzurra e Ciro. Si, proprio lui: Ciro, Ciro, Ciro… Lo scherzo più crudele della tv, allorquando in diretta le dicono che il figlio aveva avuto un incidente.

Degli anni Ottanta, invece, è la sua storia con Craxi che, parole sue, a letto la faceva impazzire. Poi tanta, tantissima televisione. Ma, diciamo la verità, mai nulla di così eclatante da lasciare il segno. Uno degli ultimi film belli che la vedono protagonista risale al 2003, a firma Pupi Avati: “Il cuore altrove”. Non una grande attrice del calibro, che ne so, di una Vitti o di una Magnani. Ma senza dubbio una diva, forse (anzi, senza forse) anche più di loro. Se sia un bene o un male, questo non lo so. So però che, nonostante tutto, la sua morte mi lascia l’amaro in bocca. E sì: mi addolora pure. Perché genuina com’era, a Sandrocchia non le si poteva non voler bene. Faceva troppa simpatia, ed anche tanta tenerezza. E piaccia o no, anche con lei se ne va un pezzo dell’Italia più bella. E vera.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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