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Scuola, pronte 65mila 265 nuove assunzioni a tempo indeterminato

- di: Vittorio Massi
 
Scuola, pronte 65mila 265 nuove assunzioni a tempo indeterminato
Assunzioni scuola 2025/26: 65.265 immissioni, sostegno in crescita
Un’ondata di immissioni nel ruolo — insegnanti, dirigenti, ATA, educatori — per stabilità, inclusione e ripartenza.

(Foto: il ministro all’Istruzione, Giuseppe Valditara).

Il Governo ha firmato un DPCM che autorizza 65.265 nuove assunzioni a tempo indeterminato nel settore scolastico per l’anno 2025/26. Il decreto coinvolge:
  • 347 dirigenti scolastici
  • 48.504 docenti, di cui 13.860 sul sostegno
  • 6.022 insegnanti di religione cattolica
  • 44 operatori educativi
  • 10.348 unità del personale ATA (amministrativo, tecnico e ausiliario)

Diversi esperti hanno confermato i dati definendoli un intervento strategico per garantire la continuità didattica e rafforzare l’inclusione.

Inclusione in primo piano: il boom del sostegno

Ben 13.860 posti sul sostegno rappresentano un record, reso possibile dal recente ampliamento dell’organico previsto nella legge di bilancio 2025.

Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha parlato di “passo fondamentale per garantire davvero il diritto allo studio”, mettendo in luce la spinta politica verso un’inclusione concreta e strutturata.

La religione cattolica e cinque lustri di attesa

Il reclutamento di oltre 6.000 insegnanti di religione cattolica segna il maggior numero di immissioni in vent’anni. L’ultima procedura risale infatti al 2004. Si prevede che tutte le nomine, operative attraverso graduatorie concorsuali e ad esaurimento, saranno concluse entro il 31 dicembre 2025.

Stabilità per dirigenti, ATA e educatori

  • Dirigenti scolastici: le 347 nuove nomine includono riserve per chi è rimasto nelle graduatorie del concorso Campania 2011 e posizioni legate a trattenimenti in servizio.
  • Personale ATA: con 10.348 assunzioni, il piano tiene conto delle cessazioni, dei rientri in servizio, delle previsioni della legge di bilancio e del nuovo CCNL 2019-2021, che aggiorna i profili professionali degli assistenti tecnici e funzionari.
  • Educatori: i 44 posti stabilizzati garantiscono continuità nei servizi educativi statali.

La sottosegretaria all’Istruzione, Paola Frassinetti, ha descritto l’intervento come “una dimostrazione concreta della volontà del Governo di rilanciare il capitale umano della scuola”, con un occhio alla stabilità e alla continuità didattica.

Il quadro istituzionale

Il Dipartimento della Funzione Pubblica ha pubblicato il testo ufficiale del D.P.R. 12 agosto 2025, che ratifica l’autorizzazione ministeriale per le assunzioni sopra riportate.

Cosa cambia sulla carta... e nella scuola reale

  • Partecipazione attiva: l’immissione suddivisa per graduatorie massimizza la selezione dei candidati reali.
  • Inclusione pratica: il boom del sostegno segnala un’attenzione concreta alla disabilità, non solo simbolica.
  • Organico equilibrato: la distribuzione tra docenti, dirigenti, ATA ed educatori mira a un sistema più solido.
  • Contrattazione aggiornata: il CCNL 2019-2021 introduce profili modernizzati per gli ATA.
  • Tempistica chiara: per la religione cattolica si attende la conclusione delle nomine entro il 31 dicembre 2025.

L’obiettivo è quello di una scossa

Questo DPCM è molto più di una semplice dichiarazione: è una vera e propria scossa positiva. I numeri — quasi 50.000 docenti, un quarto dei quali al sostegno; 10.348 ATA; dirigenti ed educatori — disegnano una scuola pronta a liberare energie, restituire certezza alle famiglie e promuovere inclusione.

Da Roma a ogni angolo d’Italia, queste nuove leve scolastiche potrebbero segnare l’inizio di un vitalismo concreto, con una tempistica ben scandita e una direzione chiara: rendere l’istruzione pubblica più forte, stabile e accogliente.

Ma c’è chi sospetta che l'obiettivo sia un altro, ossia quello di sempre

C’è tuttavia una questione: come mai, a seguito dell’inverno demografico, gli studenti sono in continuo calo mentre il numero del personale scolastico, a cominciare dai docenti, cresce, con un aumento enorme, in particolare, degli insegnanti di sostegno? Non è che, al di là dei discorsi roboanti, l’unico obiettivo sia quello di cercare di assorbire un po’ di laureati, visto che il nostro sistema economico – posizionato su segmenti a bassa produttività della manifattura e su impieghi pover e instabili come quelli legati al turismo – non riesce ad assorbirli con numeri sufficienti? Non sarebbe meglio, in teoria, assumere meno e pagare di più il personale scolastico, che guadagna molto poco rispetto agli altri paesi europei, fino ad aver svalorizzato socialmente il ruolo dell’insegnante? Non sarebbe meglio aumentare stipendi e produttività, pagando di più ma chiedendo anche di più?. Invece in Italia è stato sempre così: l’unico obiettivo è assorbire un po’ di laureati, per evitare potenziali bombe sociali, e pagare poco. Ovviamente, è tutto al ribasso: si paga poco, si ottiene poco. Uno scambio che prosegue di governo in governo.

 

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