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Sigarette, possibile maxi-rincaro in arrivo: in Italia pacchetti fino a 8 euro

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Sigarette, possibile maxi-rincaro in arrivo: in Italia pacchetti fino a 8 euro

Dopo gli incrementi già previsti nella Manovra italiana, che porteranno i rincari graduali delle accise fino al 2028, per i fumatori potrebbe arrivare una nuova stangata da Bruxelles. Secondo le prime anticipazioni la Commissione europea sta lavorando a una revisione della Direttiva sulle accise del tabacco (TED) che, dal 2028, potrebbe comportare aumenti fino a 3 euro a pacchetto in Italia.

Sigarette, possibile maxi-rincaro in arrivo: in Italia pacchetti fino a 8 euro

Oggi il prezzo medio delle sigarette nel nostro Paese è di circa 5,50 euro, ma con la nuova struttura fiscale potrebbe superare gli 8 euro, avvicinandosi ai livelli di Paesi come Francia e Irlanda, dove un pacchetto può costare fino a 13 euro.

La misura rientra nel piano del commissario europeo olandese Wopke Hoekstra, che punta a uniformare le politiche sanitarie e fiscali sul tabacco nei diversi Stati membri, estendendo l’intervento non solo alle “bionde” tradizionali, ma anche a sigari, tabacco riscaldato, prodotti da arrotolare e sigarette elettroniche.

L’obiettivo: ridurre i costi sanitari e aumentare il gettito fiscale
L’Unione europea motiva la revisione delle accise con una doppia finalità. Da un lato, ridurre la spesa sanitaria legata alle malattie da fumo, che secondo le stime della Commissione grava sui sistemi nazionali per decine di miliardi di euro l’anno. Dall’altro, aumentare le entrate fiscali, in un momento in cui molti bilanci pubblici europei sono sotto pressione.

Il nuovo assetto potrebbe generare un extra gettito stimato in circa 15 miliardi di euro l’anno, cui si aggiungerebbero 6 miliardi di risparmio in spesa sanitaria. In totale, un effetto potenziale di oltre 20 miliardi di euro per l’economia europea.

L’orientamento di Bruxelles è chiaro: armonizzare la tassazione e scoraggiare i consumi, in linea con la strategia “Tobacco-Free Europe 2040” che punta a una generazione senza fumo entro i prossimi quindici anni.

L’Italia nella fascia medio-bassa dei prezzi europei
Rispetto ad altri Paesi Ue, l’Italia si colloca ancora nella fascia medio-bassa dei prezzi. Le sigarette costano circa la metà rispetto all’Irlanda o alla Norvegia e meno della Francia, dove un pacchetto supera i 12 euro. L’aumento ipotizzato porterebbe dunque i prezzi italiani più vicini alla media europea, ma avrebbe un impatto diretto sui consumi interni e sulle oltre 50mila tabaccherie che costituiscono la rete di vendita nazionale.

Nel frattempo, la Manovra 2025 già prevede un incremento progressivo delle accise domestiche — circa 60 centesimi complessivi in tre anni — con l’obiettivo di allineare la tassazione alle medie europee senza compromettere la tenuta del mercato.

L’allarme dei tabaccai: “Così si alimenta il mercato illegale”
La reazione della Federazione Italiana Tabaccai (Fit) è immediata e netta. “La Commissione Ue non coglie il legame strettissimo tra incremento della tassazione ed espansione del mercato illecito”, denuncia la federazione, sottolineando che un aumento così drastico dei prezzi rischia di alimentare il contrabbando e la produzione illegale.

Secondo la Fit, “si ignorano gli effetti economici negativi delle misure proposte sulle tabaccherie, microimprese familiari che rappresentano un presidio sociale e fiscale nei territori”. La federazione chiede di mantenere un criterio di proporzionalità, adeguando la tassazione “al potere d’acquisto di ciascuno Stato membro” per evitare squilibri competitivi e perdita di gettito.

Il rischio contrabbando: i precedenti in Francia e Olanda
L’associazione cita i casi di Francia, Irlanda e Paesi Bassi come esempi di politiche fiscali troppo aggressive che hanno avuto un effetto controproducente: “L’aumento eccessivo dei prezzi causa immediatamente un’espansione incontrollata del contrabbando e della contraffazione, con gravi danni per l’erario e per la salute pubblica”.
Secondo i dati di Euromonitor International, nei Paesi dove i prezzi superano i 10 euro a pacchetto, il mercato nero può arrivare a coprire fino al 30% dei consumi.

Il problema non è solo economico: i prodotti illegali spesso non rispettano gli standard sanitari europei, con rischi aggiuntivi per i consumatori. “Non si tutela la salute — conclude la Fit — se si spingono i cittadini verso prodotti non controllati”.

Una partita tra salute pubblica e sostenibilità economica
L’aumento proposto si inserisce in un contesto delicato: in Italia il settore del tabacco vale oltre 14 miliardi di euro di gettito fiscale all’anno e impiega circa 120mila persone tra produzione, distribuzione e vendita. Ogni decisione sulle accise ha quindi ricadute dirette non solo sui consumatori, ma anche sull’occupazione e sull’equilibrio economico di migliaia di attività.

La Commissione europea punta alla tutela della salute pubblica, ma il rischio — denunciano le categorie — è che la misura finisca per colpire soprattutto i piccoli operatori e favorire la rete del contrabbando, con un effetto finale opposto rispetto a quello atteso.

La discussione a Bruxelles è solo all’inizio. Ma se la proposta venisse confermata, dal 2028 il pacchetto di sigarette in Italia potrebbe costare oltre 8 euro: una soglia che cambierebbe abitudini di consumo, equilibrio del mercato e, probabilmente, il rapporto stesso tra cittadini e fisco.

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