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Sportelli bancari in estinzione: il declino della rete fisica tra digitalizzazione e desertificazione finanziaria

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Sportelli bancari in estinzione: il declino della rete fisica tra digitalizzazione e desertificazione finanziaria

La chiusura degli sportelli bancari in Italia procede senza sosta. Secondo gli ultimi dati, nel 2024 sono scomparsi altri 508 sportelli, riducendo il numero complessivo delle filiali a meno di 20.000. Un trend che si inserisce in un processo di contrazione avviato da anni: nel 2022, ad esempio, le banche hanno tagliato 554 filiali, con una diminuzione del 2,6% rispetto al 2021. Un fenomeno che cambia profondamente il rapporto tra cittadini e istituti di credito, aprendo interrogativi sul futuro della presenza bancaria sul territorio.

Sportelli bancari in estinzione: il declino della rete fisica tra digitalizzazione e desertificazione finanziaria

La digitalizzazione ha accelerato il declino degli sportelli fisici. Il 2023 ha segnato una svolta definitiva: i servizi online e le app bancarie sono ormai la norma per milioni di italiani, mentre la progressiva scomparsa degli sportelli fisici sta rendendo più difficile l’accesso ai servizi per le fasce di popolazione meno digitalizzate, come gli anziani e chi vive in aree rurali.

Le banche, nel tentativo di tagliare i costi e migliorare l’efficienza, stanno riorganizzando la loro presenza fisica, spingendo sempre più verso un modello di relazione a distanza. L’home banking, il contact center e i consulenti virtuali stanno progressivamente sostituendo le filiali tradizionali, lasciando interi territori senza un punto di riferimento fisico.

Il problema della desertificazione finanziaria
La chiusura degli sportelli non è solo una questione di digitalizzazione. Esiste un fenomeno più profondo e preoccupante: la desertificazione finanziaria, ovvero l’assenza totale di servizi bancari in intere aree del Paese.

I piccoli comuni e le zone rurali sono i più colpiti. In molte località, l’unico sportello disponibile ha già chiuso o sta per chiudere, costringendo i residenti a spostarsi di decine di chilometri per svolgere operazioni bancarie di base. Una criticità che impatta soprattutto le piccole imprese, gli artigiani e i commercianti, costretti a riorganizzare la gestione della liquidità e dei pagamenti con strumenti digitali che non sempre risultano accessibili o convenienti.

Le proteste e le richieste di intervento
Le associazioni dei consumatori e i sindacati bancari denunciano da tempo questa tendenza, sottolineando il rischio di esclusione finanziaria per migliaia di cittadini. Alcuni comuni hanno provato a reagire con iniziative locali, come l’installazione di sportelli automatici multifunzione o la creazione di sportelli bancari itineranti, ma le soluzioni sono ancora parziali e non sempre efficaci.

Il tema è arrivato anche nelle istituzioni. Il governo sta valutando misure per contrastare la desertificazione finanziaria, ma le banche difendono le loro scelte strategiche, sostenendo che il futuro dei servizi bancari è sempre più digitale. Nel frattempo, la chiusura degli sportelli continua e l’accesso ai servizi finanziari diventa sempre più una questione di connessione internet e competenze digitali.

Una trasformazione senza ritorno?

Il processo di chiusura delle filiali sembra ormai irreversibile. La banca del futuro sarà sempre più un’entità virtuale, con pochi presidi fisici e un forte orientamento verso l’home banking. Ma il rischio è quello di lasciare indietro una parte della popolazione, con conseguenze sociali ed economiche difficili da ignorare.

Il problema della desertificazione finanziaria esiste ed è destinato a peggiorare. La sfida per il futuro sarà trovare un equilibrio tra innovazione e inclusione, garantendo che l’accesso ai servizi bancari rimanga un diritto per tutti e non solo un’opzione per chi ha dimestichezza con la tecnologia.

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