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Tajani a Washington: tra dazi e guerre, Italia e Usa rafforzano il dialogo

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Tajani a Washington: tra dazi e guerre, Italia e Usa rafforzano il dialogo
Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani è volato a Washington per una missione diplomatica ad alto livello, con l’obiettivo di rafforzare i legami tra Italia e Stati Uniti in una fase particolarmente delicata per gli equilibri internazionali. L’agenda del viaggio è dominata da due dossier centrali: da una parte, la questione dei dazi imposti o minacciati da Donald Trump ai partner commerciali, compresa l’Unione europea; dall’altra, le numerose crisi globali, dall’Ucraina al Medio Oriente, che richiedono un coordinamento strategico tra gli alleati occidentali. Tajani è stato ricevuto da alti rappresentanti dell’amministrazione Usa, in un clima definito “positivo e costruttivo” dalla Farnesina. Il viaggio arriva in un momento cruciale, mentre Washington rivede le sue priorità geopolitiche e Roma cerca di ritagliarsi un ruolo più incisivo nel dialogo transatlantico.

Tajani a Washington: tra dazi e guerre, Italia e Usa rafforzano il dialogo

Al centro degli incontri c’è la preoccupazione italiana per la nuova stagione di protezionismo lanciata dal presidente Trump, che ha già evocato la possibilità di dazi del 100% contro la Russia e ha lasciato intendere che anche l’Ue potrebbe finire nel mirino se non dovesse “collaborare di più” sul piano militare e commerciale. Tajani ha sottolineato la necessità di “un dialogo pragmatico”, ribadendo che “l’Italia non è mai stata nemica degli Stati Uniti, né economicamente né politicamente, ma pretende rispetto per le sue eccellenze produttive”. Il messaggio è chiaro: Roma non accetterà misure penalizzanti contro i settori strategici del Made in Italy, come l’agroalimentare, la moda o la meccanica di precisione. Sullo sfondo, la questione delle contromisure europee sospese fino ad agosto per un valore di 70 miliardi: l’Italia vuole evitare lo scontro, ma è pronta a difendere le proprie aziende nel contesto delle decisioni comuni dell’Ue.

Le crisi internazionali al centro del confronto


Accanto al nodo commerciale, il viaggio di Tajani è servito a fare il punto sulla gestione delle principali crisi globali. In primo piano, ovviamente, la guerra in Ucraina: il ministro degli Esteri ha ribadito l’impegno italiano al fianco di Kyiv, pur senza rinunciare a sottolineare la necessità di “un percorso negoziale realistico”, in linea con l’impostazione pragmatica che caratterizza l’approccio italiano. Più teso il confronto sul Medio Oriente: Trump ha dichiarato che “la questione Gaza sarà risolta la prossima settimana”, con un’affermazione che ha sorpreso molti osservatori per i suoi toni netti. Tajani ha preferito mantenere una linea più prudente, sottolineando che “la pace duratura si costruisce solo con il dialogo tra le parti e il rispetto delle risoluzioni Onu”. L’Italia continua a sostenere la soluzione a due Stati, come ribadito anche dal segretario generale dell’Onu Guterres, e invita alla massima attenzione umanitaria.

Una relazione strategica da consolidare


Durante gli incontri, Tajani ha rilanciato l’importanza della cooperazione bilaterale anche in ambito tecnologico, energetico e della difesa. In particolare, ha espresso soddisfazione per il ruolo crescente dell’Italia all’interno della Nato, non solo in termini di spesa militare ma anche come punto di equilibrio nel Mediterraneo. Il ministro ha inoltre ricordato la centralità delle relazioni con gli Stati Uniti per la stabilità dei Balcani, dell’Africa settentrionale e del Sahel, aree dove l’Italia è fortemente impegnata sul piano diplomatico e militare. La visita è servita anche a rilanciare il dialogo tra le ambasciate e i centri di ricerca italo-americani, con l’obiettivo di promuovere la collaborazione scientifica e accademica come strumento di diplomazia soft.

Il valore politico della missione

La trasferta americana di Tajani assume anche un valore interno, in un momento in cui il governo italiano vuole rafforzare la propria immagine internazionale. Il ministro degli Esteri, tra i leader più esperti dell’esecutivo Meloni, ha voluto trasmettere l’idea di un’Italia affidabile ma non subordinata, capace di difendere i propri interessi pur mantenendo salda la rotta atlantica. In questo senso, il dialogo con gli Stati Uniti viene inteso non come adesione passiva, ma come confronto tra partner alla pari. Il clima dell’incontro è stato definito disteso, ma i dossier restano aperti e carichi di potenziali criticità. L’obiettivo, per ora, è evitare una spirale di tensioni e mantenere aperto lo spazio per la negoziazione. Il viaggio a Washington potrebbe così rappresentare non solo un momento diplomatico, ma anche un segnale politico di equilibrio e pragmatismo.
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