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Guerra dei tassi tra Usa ed Ue - Yellen: "In America cresceranno"; Lagarde: "Non prima del 2023"

- di: Giuseppe Castellini
 
Guerra dei tassi tra Usa ed Ue - Yellen: 'In America cresceranno'; Lagarde: 'Non prima del 2023'
Non sarà immediato, ma l’aumento dei tassi di interesse negli Usa ci sarà e l’effetto – la cui forza dipenderà di quanto sarà questo incremento e di come sarà diluito nel tempo – sarà gettare un po’ di acqua fredda sul motore della crescita americana che rischia di surriscaldarsi. Questo si dovrebbe tradurre - al netto di particolare interferenze geopolitiche o di politiche particolari per impedire l’incremento di valore del dollaro - in un aumento del valore del dollaro rispetto all’euro (e ad altre valute) con la prospettiva di una crescita dell’export europeo verso gli Usa rispetto a quello che sarebbe accaduto a tassi invariati.

Che i tassi un po’ aumenteranno, mettendo il sigillo a quanto affermato da molti analisti e dagli economisti, è stata ieri la Segretaria al Tesoro, Janet Yellen (già Presidente della Federal Reserve), la quale ha avvertito che le maxi misure (il pacchetto vale ben 1.900 miliardi di dollari) decise dalla Presidenza Biden per risollevare l'economia piegata dalla pandemia da Covid-19 potrebbero essere in parte controbilanciate da un aumento dei tassi di interesse di riferimento per evitare che il motore dell’economia americana si surriscaldi: “Potrebbe essere che i tassi saliranno un po’ per assicurarsi che l' economia non si surriscaldi”, ha detto testualmente la Yellen.

La questione è di quanto aumenteranno e ciò dipenderà dall’andamento dell’inflazione. Gli Usa in termini di inflazione sono più tolleranti dell’Unione europea (l’Ue fissa il target dell’inflazione intorno al 2% come media pluriennale di medio termine), ma se il costo della vita negli Usa dovesse viaggiare stabilmente verso il 3% e più la manovra dell’aumento dei tassi verrà fatta scattare senza indugi.
Da parte sua, la Banca centrale europea ha ribadito di non avere all’orizzonte alcun aumento dei tassi e che la politica monetaria resterà molto espansiva almeno fino a tutto il 2022, quando si spera che gli effetti della pandemia da Covid su attività economiche e occupazione saranno stati riassorbiti. Se non lo saranno, la Bce nemmeno nel 2023 tirerà il freno a mano, o se lo farà sarà in modo molto graduale o leggero.

La Presidente della Bce, Christine Lagarde, anche nei giorni scorsi su questo è stata molto chiara, affermando che non c’è alcuna possibilità che la Bce possa alzare i tassi di interesse nel corso del 2022. Intervistata da Reuters Newsmaker, Lagarde ha detto che "il 2022 è davvero un orizzonte ben troppo breve per quel che mi riguarda", ricordando come la Bce fornisca delle ‘forward guidance’ molto chiare sia per quanto riguarda i programmi di acquisto di asset che i tassi di interesse. "Non potremmo essere più chiari" - ha affermato Lagarde - "sul fatto che manterremo le misure di sostegno fino a che l'inflazione non convergerà saldamente verso il nostro obiettivo di medio termine".
Insomma, le politiche monetarie di Usa e Stati Uniti saranno disallineate, almeno fino a quando il trend inflazionistico di fondo nell’Ue non sarà arrivato in prossimità del 2%. D’altronde, anche l’andamento dell’economia Usa è visto in disallineamento, con una ripresa più rapida, rispetto a quanto si prevede per l’Ue.
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