I teatri greci in Italia

- di: Giovanna Marinelli
 
Prendete un grande archeologo, ormai uno dei padri riconosciuti di questa disciplina; prendete un attore-regista soprattutto un grande affabulatore e conoscitore della tradizione orale del nostro teatro; prendete infine qualche musicista dal classicissimo violoncello agli strumenti popolari della tradizione mediterranea. Ecco, questi pochi ingredienti hanno prodotto una enorme quantità di emozioni, colte e intelligenti e hanno rappresentato il cuore di un progetto speciale del MIBACT, prodotto da Q Academy, dal titolo esemplificativo “Teatri antichi nostri contemporanei”.

Il progetto ha toccato sei straordinari luoghi archeologici e teatri antichi, talvolta ben noti e affermati anche per la stagione di spettacoli che vi è programmata, altre volte rappresentando una riscoperta se non una vera novità assoluta. L’archeologo di cui dicevamo è Andrea Carandini che (insieme alle voci narranti Anna Bonaiuto e Massimo De Francovich) ha trasformato in un appassionante spettacolo la narrazione della nascita di Roma: qui fonti antiche di storici romani e greci si sono misurate con le grandi scoperte archeologiche che ci hanno permesso di dare sostanza di scienza ai miti di Romolo e Remo. Quella che tutti noi da bambini abbiamo sentito come una leggenda ha ritrovato la corposità della ricostruzione storica e archeologica nel panorama di Ostia Antica.

L’affabulatore di cui abbiamo detto in apertura non può essere che Moni Ovadia che ha presentato il suo testo in ben sei suggestivi teatri (nel Parco Archeologico di Baia, tra i templi di Paestum, nei teatri antichi di Fiesole, di Ferento, di Ostia Antica e infine nel bellissimo e poco conosciuto teatro di Grumentum, in Basilicata). Un testo originale e affascinante costruito in collaborazione con il grande grecista Luciano Canfora. Quella firmata dall’attore e dallo studioso è stata una rilettura dei miti antichi basata sui testi originali e sulla loro capacità di arrivare a noi con una forza ancora straordinaria, ma anche operando un confronto con una rilettura contemporanea: quella del grande poeta greco Ghiannis Ritsos. I protagonisti scelti da Moni Ovadia sono stati Elena, Agamennone e Crisotemi, la figlia di Agamennone e di Clitennestra. Il confronto tra i testi, le diverse sensibilità e lo spirito acuto dell’autore-attore ce li ha restituiti in una forma affascinante e brillante. Mentre i testi “classici” scelti da Luciano Canfora, per fare da contrappunto alla rilettura di Ritsos e Ovadia, sono stati tratti da Omero ed Euripide.

Ogni sera, in questa emozionante cavalcata teatrale che ha visto lo spettacolo spostarsi di continuo senza soste, il successo è stato travolgente. Un testo, certamente difficile proprio per l’intreccio tra tradizione e contemporaneità, che è riuscito ad emozionare e far riflettere tra personaggi del mito che andavano acquistando una loro umanità talvolta dolente, talvolta introspettiva. Tanto più che Ovadia aveva scelto di raccontarli, come ha detto in una sua intervista, certo come eroi, “ma come eroi stanchi, modesti, vinti. Quando ci assomigliano di più. Quando anche il mito si piega di fronte alla verità della vita e del tempo”. Eroi mortali, invecchiati ma forse ancora più affascinanti.

Il progetto “Teatri antichi nostri contemporanei” aveva al centro questi due spettacoli, ma voleva essere (e crediamo ci sia riuscito) qualcosa di più. Intanto si avvaleva di un sito web, di una agile app, di eventi sui social molto seguiti e partecipati cosa che ha permesso di raggiungere un pubblico nuovo, quello che frequenta meno i teatri ma che può iniziare ad amarli seguendo anche le strade di informazione che gli sono più familiari.

Accanto a questo, il nostro sforzo è stato quello di valorizzare i luoghi degli spettacoli. E allora ad aprire la serata nei diversi teatri antichi è stato “Il racconto dei luoghi”, non la semplice lettura di un “baedeker” o di una guida turistica, ma una rilettura dei siti archeologici all’interno dei quali si teneva la manifestazione, valorizzandone la storia e le specificità (potete leggere i testi all’interno del sito teatriantichi.it) con un approccio colto ma non elitario. Questo racconto può essere anche una piccola legacy, una eredità che il progetto dei Teatri Antichi Nostri Contemporanei lascia ai luoghi splendidi che lo hanno ospitato e che meritano tutti di esserenon solo sempre più visitati e conosciuti, ma anche di essere sempre più valorizzati da spettacoli di qualità: continuare a vivere come straordinari palcoscenici è una prova di vitalità e di memoria attiva. Tanti spettatori si porteranno dietro un ricordo speciale di questi luoghi e di questi miti.

E lo spettacolo di Moni Ovadia è stato ripreso nelle sue diverse repliche e diventerà, grazie alla collaborazione dei nostri partner di ArcheoFrame/Università Iulm, un vero e proprio filmato pronto a raggiungere altri spettatori e a far conoscere la contemporaneità dei nostri Teatri Antichi ad ancora più persone.

Il progetto ha avuto il patrocinio dell’Inda-Istituto Nazionale del Dramma Antico e la consulenza di Roberto Andò; coordinato da Giovanna Marinelli, è stato prodotto da QAcademy impresa sociale con la collaborazione organizzativa di PAV e delle Sovrintendenze e dei gestori di riferimento di ciascun sito archeologico.

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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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