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Tesori dei Faraoni: Roma ritrova il fascino eterno dell’Antico Egitto

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Tesori dei Faraoni: Roma ritrova il fascino eterno dell’Antico Egitto

Roma ritrova l’Egitto. Dopo anni di attesa, la Capitale torna a ospitare una grande mostra dedicata a una delle civiltà più affascinanti della storia: “Tesori dei Faraoni”, inaugurata il 24 ottobre 2025 alle Scuderie del Quirinale.

Tesori dei Faraoni: Roma ritrova il fascino eterno dell’Antico Egitto

Il pubblico ha risposto con entusiasmo: oltre 40 mila biglietti venduti in prevendita, e la previsione di mezzo milione di visitatori entro la chiusura, prevista per il 3 maggio 2026.
“Un successo che è anche un segnale di vitalità per la città”, ha dichiarato Fabio Tagliaferri, presidente di Ales Spa, che organizza l’esposizione.

La mostra arriva in un anno speciale, quello del Giubileo 2025, e coincide con l’apertura al Cairo del Grand Egyptian Museum, creando un ponte simbolico tra due capitali della storia universale.

Diplomazia culturale e dialogo tra civiltà
All’inaugurazione erano presenti il Ministro della Cultura Alessandro Giuli e il Ministro egiziano del Turismo e delle Antichità Sherif Fathy: un incontro che suggella la collaborazione tra Italia ed Egitto nel nome dell’arte e della conoscenza.
La mostra nasce infatti da un progetto congiunto tra i due Paesi, frutto di relazioni culturali che si rinnovano nel tempo, e di un dialogo che la bellezza e la storia riescono ancora una volta a rendere concreto.

Oro, sarcofagi e dei: un viaggio nel tempo
Nelle sale delle Scuderie del Quirinale, il visitatore è accolto da un’atmosfera sospesa. Le luci sono soffuse, le teche sembrano emergere dal buio come visioni di un’altra epoca.
Il curatore Tarek El Awady, già direttore del Museo Egizio del Cairo, ha scelto un allestimento che punta sull’emozione visiva e sulla forza dei reperti.

In mostra 130 manufatti, provenienti dal Museo Egizio del Cairo e dal Museo di Luxor. A questi si aggiunge un prestito eccezionale del Museo Egizio di Torino: la Mensa Isiaca, lastra in bronzo intarsiato raffigurante riti e simboli del culto di Iside, scoperta a Roma nel tempio di Campo Marzio e considerata uno dei primi nuclei della collezione torinese.

Cinque sezioni per raccontare un mondo
Il percorso espositivo si articola in cinque sezioni tematiche che raccontano la civiltà dei faraoni in tutte le sue dimensioni.
Si parte dallo splendore dell’oro, materia divina e simbolo di eternità, con il sarcofago della Regina Ahhotep II e la Collana delle Mosche d’oro.
Segue la sezione dedicata ai rituali funerari, con il corredo di Psusennes e il sarcofago di Tuya.
Poi la quotidianità regale, con la poltrona dorata di Sitamun e gli utensili rinvenuti nella Città d’Oro di Amenofi III, scoperta di recente e già considerata una delle più grandi scoperte archeologiche degli ultimi decenni.
Il percorso si chiude con i simboli della regalità divina, tra cui la Triade di Micerino e la maschera di Amenemope, capolavori che ancora oggi raccontano il potere come forma di sacro.

Un allestimento immersivo e un racconto accessibile
L’esperienza è accompagnata dalle audioguide con le voci di Roberto Giacobbo (in italiano) e di Zahi Hawass (in inglese), comprese nel biglietto d’ingresso (18 euro intero, 16 ridotto).
A completare l’offerta, i laboratori didattici su prenotazione e il Public Program con incontri e lezioni dedicate.
Tra gli appuntamenti: “Sapienza Egizia” in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma, le Lezioni Magistrali con Christian Greco, Tarek El Awady e Gianluca Miniaci, e la serie “Egittomania”, che esplora il fascino dell’antico Egitto nella cultura europea, da Napoleone ai giorni nostri.

Roma e l’Egitto, due civiltà che si specchiano
La Mensa Isiaca rappresenta il filo rosso della mostra: simbolo di un legame che attraversa i millenni tra Roma e Il Cairo.
Realizzata in bronzo e intarsiata con metalli preziosi, raffigura geroglifici e riti isiaci. È la prova che i Romani, già duemila anni fa, guardavano all’Egitto non solo come a un regno da conquistare, ma come a un mondo da comprendere e imitare.

Quel dialogo antico, fatto di scambi e di curiosità, oggi rivive nelle sale delle Scuderie. L’Egitto, in fondo, non è mai stato lontano: vive nei simboli, nelle parole, nelle forme d’arte che Roma ha saputo ereditare e reinterpretare.

La lezione dei Faraoni
“Tesori dei Faraoni” non è soltanto una mostra archeologica. È un viaggio nella memoria condivisa del Mediterraneo, un racconto di civiltà che si sono incontrate e trasformate a vicenda.Guardare quei reperti, perfettamente conservati dopo tremila anni, è un esercizio di umiltà: ci ricorda quanto poco dura la gloria, e quanto invece resista l’opera dell’uomo quando nasce da un’idea di eternità.Roma, in questi mesi, torna a essere crocevia di culture, capitale di un dialogo che non ha mai smesso di esistere.

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