Transizione ecologica, il ministro Cingolani: “L’Italia può essere Nazione di riferimento”

- di: Giuseppe Castellini
 
“In questo momento è fondamentale chiedersi che Italia vogliamo nel 2040 e che ruolo vogliamo che l’Italia giochi in questo futuro non troppo remoto. Io credo che l’Italia possa ambire ad essere una nazione di riferimento. Ha una intrinseca leadership internazionale perché ha delle eccellenze che nessun altro ha”.

Guarda avanti ed è ottimista il ministro alla Transizione ecologica, Roberto Cingolani, che vede l’Italia come possibile Paese leader della transizione. Un Paese “più sicuro, con una burocrazia più snella, in salute e prospero. La realizzazione della transizione passa necessariamente per la stesura del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e sulla quale ribadisce il ministro stiamo coinvolgendo tutti i ministeri, perché gli sforzi non siano una somma verticale ma un impegno trasversale, per arrivare "non a una sommatoria di indirizzi e progetti verticali ma per un cambiamento culturale.


Cingolani spiega che “siamo chiamati a una operazione piuttosto complessa, passare da un punto A ben definito che è la situazione attuale a un punto B fatto di obiettivi: la difficoltà è stabilire il percorso, che passa per una molteplicità di variabili. Da un lato dobbiamo pensare al futuro come Paese e dall’altro inquadrarlo molto bene in una strategia che riguarda tutto il pianeta. Ricordiamoci però che le scelte che facciamo oggi per la prima volta possano influenzare non solo il futuro, ma anche il nostro presente perché i bambini di oggi vedranno il nuovo secolo”.

Elemento essenziale perché le misure del Piano nazionale di ripresa e resilienza e del piano della Transizione ecologica possano poi essere efficaci è, secondo Cingolani, “quella che io definisco una transizione burocratica, di snellimento e semplificazione. Possiamo definire degli interventi meravigliosi ma abbiamo bisogno di regole che ci permettano di applicarle. Senza quella che chiamo transizione burocratica tutti nostri sforzi rischiano di essere non dico vani ma ridotti nell’efficacia”.


Il ministro, ribadendo che l’Italia possa ambire ad essere una nazione di riferimento, afferma: “Abbiamo ovviamente delle vulnerabilità, delle fragilità, e quindi per diventare un paese di riferimento a livello mondiale dobbiamo innanzitutto proteggere e migliorare le nostre eccellenze e allo stesso tempo migliorare il nostro territorio. Come sempre la sostenibilità è un  compromesso, non esiste una ricetta unica che massimizza il risultato e annulla i problemi. Essere sostenibili e avere una transizione ecologica di successo vuol dire trovare il giusto compromesso tra istanze diverse”. E ancora: “Il punto di partenza, con la crisi Covid che ha toccato profondamente le corde della nostra società, è molto difficile e delicato. Il percorso che seguiremo richiederà una logica sostenibile anche nei primi anni, quindi dovremo essere in grado di discutere in maniera non ideologica tutte le scelte da fare cercando di arrivare al punto di arrivo in maniera il più possibile rapida e indolore”.
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