Trump apre alla pace in Ucraina ma immagina una Crimea russa: la sfida di un possibile accordo
- di: Cristina Volpe Rinonapoli

Donald Trump ha descritto come “bellissimo” l’incontro avuto con Volodymyr Zelensky, ma ha anche lanciato uno dei messaggi più controversi da mesi a questa parte sul futuro della guerra in Ucraina. Secondo il presidente degli Stati Uniti, il leader di Kiev sarebbe pronto a cedere sulla Crimea pur di ottenere un accordo di pace con la Russia. Un’affermazione che cambia profondamente l’equilibrio diplomatico, segnando una frattura potenziale non solo tra Ucraina e Stati Uniti, ma anche all’interno della comunità internazionale che, fino a oggi, ha sostenuto con forza l'integrità territoriale ucraina.
Trump apre alla pace in Ucraina ma immagina una Crimea russa
Trump ha espresso anche tutta la sua delusione per la Russia, sottolineando come i continui attacchi missilistici abbiano danneggiato ogni sforzo di mediazione. "Sono rimasto molto deluso nel vedere i missili continuare a partire da Mosca", ha dichiarato, aggiungendo che il presidente Putin dovrebbe "smettere di sparare" e "firmare un’intesa" per fermare le ostilità. Dal Cremlino, intanto, è arrivato un segnale inatteso: secondo fonti ufficiali, ci sarebbero “molte posizioni coincidenti” con quelle statunitensi, alimentando l’ipotesi di una trattativa reale. Tuttavia, Berlino ha frenato ogni entusiasmo, ribadendo che Kiev "non dovrebbe cedere i territori occupati", in particolare la Crimea, annessa da Mosca nel 2014 con un referendum mai riconosciuto dalla comunità internazionale.
Una settimana decisiva per la diplomazia: l’avvertimento di Rubio
Sul fronte politico americano, il senatore Marco Rubio ha definito questa una “settimana decisiva” per gli sforzi di pace. Parole che confermano come qualcosa si stia muovendo, anche se la direzione resta incerta. L’Ucraina, da parte sua, continua a inviare segnali contraddittori: da un lato il desiderio di mettere fine alla devastazione e alla perdita di vite umane, dall’altro la consapevolezza che qualsiasi concessione territoriale rischia di compromettere la sovranità nazionale e aprire un precedente pericoloso per il diritto internazionale.
La notte dei droni e l’ombra di un conflitto senza fine
Intanto, i combattimenti non si sono fermati. Nella notte, la Russia ha abbattuto 115 droni ucraini in una delle offensive aeree più massicce dall’inizio del conflitto. L’attacco ha causato vittime anche nella regione di Bryansk, alimentando la tensione e la sfiducia reciproca. Mosca ha risposto parlando di un tentativo ucraino di colpire infrastrutture civili e militari sensibili, mentre Kiev ha minimizzato l’azione definendola parte della resistenza contro l’occupazione.
La variabile nordcoreana e il nuovo asse Mosca-Pyongyang
A complicare ulteriormente il quadro geopolitico è arrivata la conferma ufficiale che truppe nordcoreane sono schierate in territorio russo. Un dato che, sebbene ancora poco documentato nei dettagli, rappresenta un chiaro segnale di come il conflitto ucraino stia progressivamente trasformandosi in un crocevia di alleanze globali. La presenza militare di Pyongyang al fianco di Mosca potrebbe spingere gli Stati Uniti a rivedere la propria strategia, accelerando o frenando eventuali accordi di pace a seconda degli sviluppi.
Tra diplomazia e propaganda, il futuro dell'Ucraina resta sospeso
Trump si è detto fiducioso che un accordo sia possibile, ma il prezzo che si intravede all’orizzonte è alto. Cedere la Crimea significherebbe accettare, per la prima volta dal 1945, una revisione forzata dei confini in Europa attraverso l’uso della forza. Una prospettiva che spaventa non solo Kiev, ma anche tutte le democrazie occidentali che, a parole, continuano a ribadire il principio dell’inviolabilità territoriale. Il rischio è che la pace, se costruita su queste basi, possa somigliare più a una tregua armata che a una vera riconciliazione. E intanto, sul terreno, i missili continuano a parlare più forte delle diplomazie.