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Trump in difficoltà: crollano i consensi e cresce la paura di una recessione

- di: Marta Giannoni
 
Trump in difficoltà: crollano i consensi e cresce la paura di una recessione

A meno di due mesi dal suo insediamento, Donald Trump si trova ad affrontare uno dei momenti più critici del suo secondo mandato. I sondaggi mostrano un calo significativo del suo indice di gradimento, con gli americani sempre più preoccupati per l’economia e l’aumento della disoccupazione. La politica dei dazi, le tensioni internazionali e le difficoltà nel contenere l’inflazione stanno minando la fiducia del Paese nel presidente.

Crollo nei sondaggi: il consenso tra i repubblicani vacilla
Un sondaggio condotto dal Siena College mostra che l’approvazione complessiva di Trump è scesa di 8 punti da febbraio, passando dall’86% al 78% tra i repubblicani. Questo calo si riflette anche nei sobborghi del sud, tradizionalmente conservatori, dove il supporto al presidente è sceso dal 58% al 46%.
Tra i singoli dossier, la gestione della guerra in Ucraina sta penalizzando Trump: solo il 43% degli intervistati approva il suo operato, mentre il 51% lo boccia. Anche i negoziati di pace in Medio Oriente non convincono la maggioranza degli americani, con un indice di disapprovazione che raggiunge il 48%.
Secondo un’analisi del Washington Post, una delle principali ragioni del calo nei consensi è il crescente malcontento all’interno dello stesso Partito Repubblicano. Alcuni esponenti conservatori iniziano a temere che le politiche economiche aggressive di Trump possano compromettere le elezioni di medio termine.

Paura di recessione: Wall Street e la Fed lanciano l’allarme
L’economia statunitense sta mostrando segnali di rallentamento, e gli esperti avvertono che il rischio di recessione è in aumento. Il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha dichiarato il 7 marzo che "l’attuale politica monetaria è ben posizionata per rispondere a una gamma di possibili esiti economici, ma permangono incertezze legate all’inflazione e alle tensioni commerciali".
Anche la Casa Bianca ha cercato di rassicurare l’opinione pubblica. Il portavoce economico di Trump, Larry Kudlow, ha affermato che "l’economia rimane solida, la crescita sarà positiva e i mercati reagiranno presto con fiducia". Tuttavia, le borse continuano a perdere terreno, e la disoccupazione, che era al 3,7% a gennaio, ha già superato il 4% secondo i dati aggiornati del Dipartimento del Lavoro.

Le tensioni commerciali aggravano la crisi
Uno dei punti più critici della politica di Trump è la sua aggressiva strategia commerciale. La recente minaccia di raddoppiare i dazi sulle importazioni di acciaio e alluminio dal Canada ha allarmato gli investitori e scatenato una dura reazione da parte del governo di Ottawa. Il ministro delle Finanze canadese, Chrystia Freeland, ha dichiarato che “il Canada non resterà a guardare mentre gli Stati Uniti mettono in pericolo il libero scambio con misure punitive e ingiustificate”.
Le tensioni commerciali si estendono anche alla Cina, con cui l’amministrazione Trump ha recentemente riaperto un fronte di scontro sulle tariffe sui prodotti tecnologici. Pechino ha minacciato ritorsioni, aumentando ulteriormente l’incertezza economica globale. 

Politica interna: l’immigrazione divide l’America
Uno dei pochi settori in cui Trump mantiene ancora un consenso significativo è la lotta all’immigrazione irregolare. Il 48% degli elettori approva le sue politiche in materia, mentre un altro 48% le boccia. Tuttavia, la sua proposta di costruire nuovi muri al confine con il Messico e di ridurre le quote di ingresso per i lavoratori stranieri sta incontrando forti opposizioni anche tra alcuni esponenti del suo stesso partito.
L’ex governatore repubblicano dell’Ohio, John Kasich, ha criticato aspramente il presidente, dichiarando alla CNN il 5 marzo: “Abbiamo bisogno di una politica migratoria intelligente, non di misure populiste che danneggiano la nostra economia e le nostre comunità”.

Settimane cruciali per Trump
Donald Trump si trova di fronte a una sfida decisiva. Se l’economia non darà segnali di ripresa nelle prossime settimane, il rischio di una crisi di consenso potrebbe compromettere seriamente la sua presidenza. Intanto, Wall Street continua a osservare con apprensione, e gli americani si preparano a quello che potrebbe essere uno dei momenti più difficili per l’economia statunitense degli ultimi anni.


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