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Ue: "L'Italia usi il Recovery per finanziare interventi aggiuntivi per la ripresa"

- di: Daniele Minuti
 
Ue: 'L'Italia usi il Recovery per finanziare interventi aggiuntivi per la ripresa'
L'Unione europea comincia a guardare il futuro: dopo la decisa accelerata nella campagna di vaccinazioni nei Paesi del Vecchio Continente, è il momento di pensare a come rimettere insieme i pezzi di un'economia segnata in questo anno e mezzo dalla pandemia da Covid-19.

La Commissione ha pubblicato il pacchetto di primavera del Semestre europeo, confermando la sospensione del Patto di stabilità fino al 2023 e dando delle sollecitazioni ai Paesi membri sul mantenere politiche di sostegno oltre il 2021 (quindi anche nel prossimo anno), evitando un ritiro troppo rapido degli stimoli introdotti durante lo shock sanitario ed economico. Stando a quanto arriva da Bruxelles, saranno investimenti e riforme del Recovery ad aiutare la ripresa, andando a rafforzare la crescita potenziale e il livello occupazionale, riducendo quindi gli squilibri e migliorando la situazione generale delle finanze pubbliche.

Capitolo Italia: il nostro è, insieme a Cipro e Grecia, uno dei paesi con squilibri macroeconomici ritenuti eccessivi dalla Commissione. Le vulnerabilità riguardano l'alto debito, una continua dinamica di bassa produttività
e una bassa occupazione che frenano la crescita potenziale. A questo si aggiunge un sistema bancario robusto ma ancora vulnerabile dato l'alto tasso di crediti deteriorati.

Le raccomandazioni che arrivano da Bruxelles per la penisola sono quindi principalmente tre: la prima è quella di usare i fondi derivanti dal Recovery Plan per finanziare interventi aggiuntivi che fungano da stimolo per la ripresa; la seconda riguarda la spesa corrente, che va limitata, con una politica di bilancio che sia contemporaneamente prudente ma anche efficace nel garantire sostenibilità nel medio termine; la terza riguarda la celerità degli investimenti, fondamentale per consolidare il potenziale di crescita del Paese.

È questo, in sintesi, il pensiero che si evince anche dalle parole del Commissario all'economia, Paolo Gentiloni: "Nel 2022 le politiche dovranno diventare più differenziate, privilegiando quelle che arrivano a stimolare investimenti pubblici e privati e che, nei Paesi ad alto debito, limitano la spesa corrente".

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