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Artigianato: boom di imprese straniere, ma il settore italiano cala

- di: Marta Giannoni
 
Artigianato: boom di imprese straniere, ma il settore italiano cala

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Negli ultimi dieci anni, il panorama dell’artigianato italiano ha vissuto un'evoluzione complessa e contraddittoria. Secondo uno studio di Unioncamere e InfoCamere, le imprese artigiane gestite da imprenditori stranieri sono aumentate del 20,3%, arrivando a oltre 200.000 unità. Tuttavia, questa dinamica positiva non è riuscita a compensare il declino delle attività a conduzione italiana, che nello stesso periodo hanno registrato un calo del 14,6%, con una perdita netta di circa 133.000 imprese.
Il bilancio complessivo del settore artigiano tra il 2014 e il 2024 è quindi negativo, con una riduzione del 9,2% del totale delle imprese, pari a una perdita di quasi 100.000 unità. Questo scenario riflette una trasformazione profonda del comparto, che appare sempre più diversificato ma anche segnato da una crisi strutturale.
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Il ruolo degli stranieri: nuove competenze, vecchie sfide
Gli imprenditori stranieri rappresentano oggi il 20,5% del totale delle imprese artigiane, rispetto al 15,5% di dieci anni fa. Provenienti principalmente da Romania, Albania, Cina ed Egitto, hanno trovato nelle costruzioni e nei servizi alle imprese i settori di maggiore opportunità. Ad esempio, nel comparto delle costruzioni, il 29,1% delle imprese è ora guidato da stranieri, con una crescita del 13% nel decennio.
La loro presenza è particolarmente rilevante nelle regioni più industrializzate del Nord, come Lombardia ed Emilia-Romagna, dove gli artigiani stranieri rappresentano rispettivamente il 25,5% e il 25% delle attività artigiane. Tuttavia, tassi di crescita significativi si osservano anche in regioni meridionali come Campania, Calabria e Basilicata, dove l’incremento supera il 40%.
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Settori e specializzazioni: dove si concentra la crescita
L’artigianato straniero si concentra in tre ambiti principali: costruzioni, servizi alla persona e ristorazione. Nel settore delle costruzioni, gli imprenditori romeni e albanesi dominano la scena, con rispettivamente 27.914 e 26.515 attività. Nei servizi, la comunità cinese si distingue con un forte contributo nella ristorazione e nella logistica, mentre gli egiziani sono particolarmente attivi nei trasporti.
Anche i servizi alle imprese mostrano un incremento notevole: le attività guidate da stranieri sono cresciute del 55% nel decennio, raggiungendo una quota del 27,8% del totale. Questo dinamismo testimonia una capacità di adattamento e innovazione che potrebbe rappresentare una risorsa preziosa per il rilancio del settore.
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Generazioni e genere: un cambiamento demografico
L’analisi di Unioncamere evidenzia un dato sorprendente: sono gli imprenditori over 50 a guidare la crescita delle imprese artigiane straniere, con un incremento del 125,7% negli ultimi dieci anni. Ancora più significativo è il dato relativo agli over 70, che segnano un aumento del 223,5%. Questo fenomeno suggerisce che l’artigianato straniero non sia solo un terreno per giovani imprenditori, ma anche un'opportunità per chi cerca di reinventarsi in età avanzata.
Parallelamente, cresce la presenza femminile: il rapporto tra donne e uomini è passato dal 17,1 al 20,1, con aumenti particolarmente rilevanti nel Nord Italia. Questo trend riflette una maggiore integrazione delle donne straniere nel tessuto economico italiano, soprattutto nelle aree più sviluppate.
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Sfide future: un settore in cerca di equilibrio
Nonostante il contributo positivo degli imprenditori stranieri, il comparto artigiano italiano continua a soffrire. La contrazione delle imprese “autoctone” è un segnale preoccupante, legato a fattori come il mancato ricambio generazionale, la pressione fiscale e la difficoltà di adattarsi ai cambiamenti tecnologici.
La presenza straniera offre una prospettiva di resilienza, ma per rilanciare il settore servono interventi strutturali, che includano il sostegno alla formazione, l’accesso al credito e politiche per favorire l’innovazione. Solo così l’artigianato potrà tornare a essere un pilastro dell’economia italiana.
(Nella foto Andrea Prete, Presidente di Unioncamere)

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