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Usa come all’epoca del far west, 37esima esecuzione: record dal 2013

- di: Marta Giannoni
 
Usa come all’epoca del far west, 37esima esecuzione: record dal 2013
Usa, 37esima esecuzione: record dal 2013, barbarie unica
Due condannati uccisi in un giorno in Florida e Missouri. Altre esecuzioni sono già fissate in settimana. Nel 2025 gli Stati Uniti toccano il livello più alto di esecuzioni dell’ultimo decennio: una pratica isolata nel mondo occidentale che riaccende proteste e dubbi sulla giustizia.

Negli Stati Uniti la pena di morte è tornata a correre. Le due esecuzioni avvenute lo stesso giorno in Florida e in Missouri portano il totale dall’inizio dell’anno a 37, il dato più alto dal 2013. È un numero che pesa e divide: mentre il resto del mondo occidentale ha archiviato i patiboli, l’America accelera, spesso a colpi di calendari fitti e decisioni lampo dei governatori.

Due in un giorno

In Florida, a Starke, è stato ucciso con iniezione letale Samuel Lee Smithers, 72 anni, condannato per i delitti del 1996. L’esecuzione è arrivata al termine di un anno in cui lo Stato ha già fatto registrare un numero di uccisioni giudiziarie senza precedenti recenti. A poche ore di distanza, nel braccio della morte del Missouri, è stata eseguita la condanna di Lance Shockley, riconosciuto colpevole dell’omicidio di un agente nel 2005. Le ultime istanze difensive, che chiedevano nuovi accertamenti, non hanno fermato la procedura.

Altri patiboli in settimana

Il ritmo non si ferma. In Mississippi è fissata per oggi un’altra esecuzione, mentre in Arizona è programmata un’ulteriore messa a morte entro la settimana. Il messaggio politico è chiaro: diversi Stati del Sud spingono sulla pena capitale come leva identitaria e di “ordine” pubblico.

Perché i numeri salgono

La spiegazione è multipla. Da un lato, un cluster di Stati ha riattivato i protocolli dopo anni di stasi logistica (farmaci, fornitori, contenziosi). Dall’altro, la spinta di una retorica “law & order” ha riportato le esecuzioni nella concorrenza simbolica tra governatori. In mezzo, un sistema che continua a oscillare tra garanzie formali e zone d’ombra: condanne costruite su prove solo indiziarie, richieste di nuovi test del Dna, dossier sulla qualità della difesa nelle aule di tribunale.

Un’anomalia nel mondo occidentale

Mentre l’Europa ha abolito la pena capitale e la considera incompatibile con la dignità umana, gli Usa restano l’unica grande democrazia occidentale a praticare regolarmente le esecuzioni. Non è solo un fatto giuridico: è una faglia culturale che si riapre ogni volta che un’iniezione letale scorre in un braccio, con esiti diversi a seconda delle sensibilità degli Stati e dell’opinione pubblica locale.

Voci e reazioni

Le organizzazioni per i diritti umani parlano di “arretramento civile”. In molti Stati, associazioni religiose e gruppi civici hanno manifestato davanti alle carceri con cartelli e candele. “La pena di morte non rende le comunità più sicure: moltiplica il dolore e legittima la violenza di Stato”, afferma una rete nazionale contro le esecuzioni. Dall’altra parte, esponenti politici vicini alla linea del pugno duro rivendicano la misura come “giustizia per le vittime” e come “deterrente necessario”.

I nodi irrisolti

Restano senza risposta alcune domande di fondo: quanto pesa l’errore giudiziario in un sistema che lavora con giurie locali, bilanciamento di aggravanti e risorse difensive molto diseguali? Che cosa significa “chiudere i conti” quando la pena si consuma decenni dopo i fatti? E ancora: è accettabile che l’esito finale dipenda dalla geografia politica più che da un principio uniforme di giustizia?

La fotografia del 2025

La stagione in corso dice che le esecuzioni sono concentrate in pochi Stati e che la loro frequenza può cambiare rapidamente con il cambio di un governatore o con l’arrivo di nuovi farmaci per i protocolli letali. Per le famiglie delle vittime e dei condannati la giustizia resta un percorso spossante: udienze, rinvii, ricorsi federali. Il risultato è un’America che, sul tema della pena di morte, continua a dividersi tra punizione esemplare e rispetto assoluto della vita umana, anche nel crimine più efferato.

La solitudine etica degli Usa

La 37esima esecuzione del 2025 non è solo un numero: è il segnale di una tendenza che riporta gli Stati Uniti in una solitudine etica nel mondo occidentale. Finché la politica userà la pena capitale come strumento identitario, il contatore continuerà a salire e il dibattito a incendiarsi. 

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