Il weekend dell’arte (con un pensiero rivolto alla guerra)

- di: Samantha De Martin
 
Dall’atrio del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, la statua della Concordia innalza il suo messaggio di pace rivolto alla guerra in Ucraina. Il direttore del MANN, Paolo Giulierini, ha affidato a questa scultura - realizzata nel I sec. d. C. per celebrare la pace e la stabilità, che si candidavano a essere valori guida del principato augusteo dopo un periodo doloroso di guerre civili - il compito di diffondere, proprio dall’ingresso del museo, un simbolico messaggio di speranza contro il conflitto. Il mondo dell’arte si mobilita e anche se la macchina dei grandi eventi non si arresta, il pensiero della cultura corre a non troppi chilometri da casa nostra.  Il weekend avanza all’insegna delle grandi mostre che forse in questi giorni saranno un po’ meno luminose per tutti.

Treviso ricorda Pier Paolo Pasolini

Il 5 marzo, giorno di nascita di Pier Paolo Pasolini, la chiesa di San Gaetano, per la prima volta sede espositiva, accoglie la mostra Pier Paolo Pasolini. Manifesti per il suo cinema a cura del Museo Nazionale Collezione Salce. Fino al 3 luglio 21 manifesti provenienti dal Fondo Gianni Da Campo della Cineteca del Friuli di Gemona del Friuli saranno esposti, affiancati da un nuovo manifesto dedicato al centenario pasoliniano, appositamente creato dal grande cartellonista trevigiano Renato Casaro. A sfilare in mostra saranno le locandine di film iconici, da Accattone (1961) a Mamma Roma (1962), da Medea (1969) a Teorema (1968), da Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975) a Storie scellerate (1973). A queste si aggiungeranno i manifesti di altri film con Pasolini coinvolto nella veste di sceneggiatore o attore. La realizzazione di alcune di queste affissioni venne affidata a celebri pittori. Una tra tutte la locandina di Accattone per la quale Pasolini aveva beneficiato dell’apporto di pittori del calibro di Corrado Cagli, Carlo Levi, Mino Maccari e Anna Salvatore.

A Torino da New York la Collezione Thomas Walther 

Da New York a Torino in 230 scatti. Per la prima volta in Italia CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia presenta la mostra Capolavori della fotografia moderna 1900-1940. La collezione Thomas Walther del Museum of Modern Art, New York, in corso fino al 26 giugno. Una selezione di oltre 230 iconiche fotografie della prima metà del XX secolo, realizzate dai grandi maestri dell’obiettivo, traducono in immagine il fermento creativo che, dall’Europa si allunga, in quegli anni, agli States. Qui trovano riparo gli intellettuali in fuga dalla guerra, dando vita al principale centro di produzione artistica mondiale. Accanto ad immagini iconiche di fotografi americani, come Alfred Stieglitz, Edward Steichen, Paul Strand, Walker Evans, ed europei, da Henri Cartier-Bresson ad August Sander, la collezione Walther valorizza il ruolo delle donne nella prima fotografia moderna, con lavori di Lee Miller, Tina Modotti, Lucia Moholy, Leni Riefenstahl. La mostra nasce da una preziosa collaborazione fra il Jeu de Paume di Parigi, il MASI di Lugano e CAMERA, dove è possibile vedere per l’ultima volta in Europa questi grandi capolavori della fotografia prima che facciano ritorno negli Stati Uniti. 

Ritratte. Le direttrici dei musei italiani alla conquista di Palazzo Reale

Nelle Sale degli Arazzi di Palazzo Reale, 22 donne alla guida dei maggiori musei italiani sfilano, questa volta dall’altra parte dell’obiettivo, immortalate dal fotografo Gerald Bruneau. E il visitatore è invitato, fino al prossimo 3 aprile, a unirsi a questa sorta di Grand tour che tocca, da nord a sud, 14 città italiane. Il soggetto principale di Ritratte - Direttrici di musei italiani, la mostra promossa e prodotta da Palazzo Reale, Comune di Milano Cultura e Fondazione Bracco, è la leadership al femminile. I musei, “luoghi sacri alle Muse”, sono spazi dedicati alla conservazione e alla valorizzazione del nostro patrimonio artistico, custodi del passato e laboratori di pensiero per costruire il futuro. Ma sono anche imprese con bilanci e piani finanziari, la cui direzione esige capacità gestionali e creative. La mostra illumina vita e conquiste professionali di donne come Francesca Cappelletti, direttrice della Galleria Borghese di Roma, Emanuela Daffra, direttrice Regionale Musei della Lombardia, Flaminia Gennari Santori, alla guida delle Gallerie Nazionali Barberini Corsini di Roma, Anna Maria Montaldo, già direttrice Area Polo Arte Moderna e Contemporanea del Comune di Milano, e ancora Alfonsina Russo, a capo del Parco Archeologico del Colosseo.

Il ritorno a Roma di Guido Reni, artista “divino”

Per molto tempo bastò il suo nome di battesimo ad annunciarne la fama, Guido. Il motivo ben emerge dalla suggestiva mostra allestita fino al 22 maggio alla Galleria Borghese, a cura della direttrice Francesca Cappelletti. Guido Reni a Roma. Il Sacro e la Natura è un viaggio, raccontato attraverso oltre 30 opere, nei primi anni del soggiorno romano dell’artista bolognese, alla scoperta del suo studio appassionato dell’antico, dall’attrazione esercitata dal realismo caravaggesco, dei rapporti con i committenti, guidati dalla ricerca del bello ideale. Fulcro della mostra è l’interesse di Reni per la pittura di paesaggio in rapporto ad altri pittori attivi a Roma nel primo Seicento, e quindi il dipinto Danza campestre (1605 circa) rientrato da un anno nella collezione del museo. I capolavori in mostra, tra i quali si fanno guardare, nel salone d’ingresso della Galleria, quattro monumentali pale d’altare - La Crocifissione di San Pietro dai Musei Vaticani, la Trinità con la Madonna di Loreto e il committente cardinale Antonio Maria Gallo, il Martirio di Santa Caterina d’Alessandria e il Martirio di Santa Cecilia dall’omonima chiesa in Trastevere - sviluppano con le opere della Collezione Borghese un dialogo che commuove. Un esempio? L’opera di Guido Reni, Atalanta e Ippomene a confronto con il Ratto di Proserpina di Gian Lorenzo Bernini nella Sala degli Imperatori. Provare per credere.

Nella foto: Allestimento della mostra Guido Reni a Roma. Il Sacro e la Natura, a cura di Francesca Cappelletti | Courtesy Galleria Borghese
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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