Volodymyr Zelensky ha rilanciato l’idea di un incontro diretto con Vladimir Putin. Il presidente ucraino ha dichiarato che “è inutile convocare delegazioni a livello intermedio: la guerra può finire solo se chi l’ha iniziata si assume la responsabilità di metterla fine”. L’invito, formalizzato per i colloqui di Istanbul previsti giovedì, è stato accolto con scetticismo a Mosca. Secondo indiscrezioni della stampa russa, sarà il ministro degli Esteri Sergei Lavrov a guidare la delegazione del Cremlino.
Zelensky invita Putin a Istanbul, Mosca tace. L’Ue: “Senza di lui, sanzioni più dure”
Zelensky, dal canto suo, ha fatto sapere che la mancata presenza del capo del Cremlino potrebbe avere “ripercussioni gravi” sulla tenuta diplomatica del processo: “Chi si sottrae all’incontro deve accettare conseguenze sul piano delle sanzioni”, ha dichiarato da Kiev. Le parole del leader ucraino hanno trovato eco a Bruxelles: la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha definito “fondamentale che la Russia si presenti al massimo livello”, mentre l’Alto Rappresentante Kaja Kallas ha spiegato che “una mancata partecipazione di Putin sarà letta come un rifiuto della pace”.
Il Cremlino replica con sarcasmo, tensioni alle porte di Antalya
Dall’altra parte del fronte, la reazione del presidente russo è arrivata con toni sprezzanti. Durante un incontro con i capi delle regioni russe, Vladimir Putin ha ironizzato sulla strategia europea: “Chi insiste con le sanzioni è un idiota che si ferisce da solo”, ha detto il leader, aggiungendo che “la Russia non negozia sotto minaccia”. Parole che hanno riacceso le tensioni alla vigilia della riunione dei ministri degli Esteri della NATO, prevista oggi ad Antalya, in Turchia.
I diplomatici europei proveranno a trovare una linea comune in vista del vertice di Istanbul, nel tentativo di esercitare pressione su Mosca e coinvolgere la Cina come possibile facilitatore. L’ipotesi è che Pechino possa fungere da garante di una tregua a tempo determinato, come già accaduto nei negoziati sul nucleare iraniano.
Gli Stati Uniti schierano la propria squadra: Witkoff, Rubio e Kellogg
L’amministrazione americana ha confermato la partecipazione al vertice turco con una delegazione di alto livello. A rappresentare Washington saranno Richard Witkoff, il senatore repubblicano Marco Rubio e Keith Kellogg, consigliere per la sicurezza nazionale. L’intento è duplice: da un lato, rafforzare il fronte atlantico; dall’altro, testare la disponibilità effettiva della Russia a trattare.
Rubio ha affermato che “gli Stati Uniti sostengono l’iniziativa ucraina, ma sono pronti ad agire con più forza se la Russia si sottrae ancora”. Il Dipartimento di Stato ha fatto sapere che verranno valutate nuove misure di isolamento finanziario e un possibile embargo tecnologico nei confronti delle industrie strategiche russe.
Meloni in contatto con Erdogan: “Serve un segnale forte da Mosca”
Anche il governo italiano è attivamente coinvolto nella diplomazia dei colloqui. La premier Giorgia Meloni ha avuto un lungo colloquio telefonico con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. I due leader hanno concordato sull’importanza di mantenere aperto il canale di mediazione, ma con una richiesta chiara alla Russia: “Accettare l’invito a Istanbul al più alto livello è il solo modo per dimostrare che si cerca davvero una soluzione”.
Meloni ha confermato la disponibilità dell’Italia a partecipare con un proprio inviato. Intanto, il ministro degli Esteri Antonio Tajani sarà oggi a Londra per la riunione del gruppo di Weimar allargato all’Ucraina, insieme ai rappresentanti di Francia, Germania, Polonia, Spagna e Paesi Bassi.