Breaking news: in Russia si è estinto il WWF

- di: Andrea Colucci
 
Alla fine, è accaduto anche questo: la scellerata “operazione militare speciale” partita il 24 febbraio dell'anno scorso è riuscita, nella sua follia, a sancire (momentaneamente) l'estinzione del WWF. Detta meglio, Putin ha cancellato il Wwf, in una sorta di nemesi con l’organizzazione che lotta ogni giorno contro l’estinzione di migliaia di specie (animali e non) di biodiversità.

Le autorità russe, nei giorni scorsi, hanno infatti definito l’Ong ambientalista World Wildlife Fund for Nature (Wwf) come organizzazione “indesiderabile”: una attribuzione che rende tutte le sue attività illegali in Russia. La Procura generale ha accusato il Wwf, organizzazione internazionale con sede in Svizzera, di “minacciare” l’economia russa e di “interferire” con gli affari interni del Paese, nonché di “finanziare” le attività di organizzazioni russe definite “agenti stranieri” sottilmente definiti come fiancheggiatori degli Stati Uniti. Insomma, una sorta Spectre, con base tra monti di Heidi (in realtà la sede è a Gland sul lago di Ginevra), ma cuore, cervello e artigli in USA.

Il Panda, filiale Russia,  è stato così praticamente sciolto perché «con il pretesto di preservare l’ambiente, il Wwf sta svolgendo attività volte a impedire l’attuazione delle politiche (della Russia) per lo sviluppo industriale e l’esplorazione delle risorse naturali nei territori artici, sviluppando e legittimando restrizioni che potrebbero servire come una base per trasferire la rotta del Mare del Nord nella zona economica esclusiva degli Stati Uniti»: così hanno tuonato le fonti ufficiali russe.

Io al Wwf ci ho lavorato per 5 anni e ho consapevolezza delle tante e notevoli attività di conservazione della biodiversità svolte in Italia e memoria delle migliaia di progetti realizzati al livello internazionale, Russia compresa. Sinceramente, e vi prego di credermi, di agenti segreti, occhiali scuri e barbe finte, non ne ho mai visti. Né nel nostro Paese, né a livello internazionale, almeno se ben ricordo i tanti colleghi incontrati in giro per il mondo. Tuttalpiù qualche attivista un po’ troppo appassionato e sopra le righe, oppure qualche radical chic ammantato d’ambientalismo, ma sia gli uni, che gli altri fanno parte integrante dell'umanità che racchiude un'organizzazione di questo tipo e ne fa anche la sua cifra inconfondibile e perché no ne sostiene la sua riconoscibilità. In fin dei conti profili “domabili” con una bella dialettica, o una animata discussione davanti ad un caffè americano (i Wwf people ne bevono a litri). Per il resto parliamo di biologi della conservazione, o esperti di tutela della biodiversità, o studiosi dei fenomeni del climate change, solo per citare alcune figure.

Durante il periodo passato al Wwf Italia (nel nostro Paese nato nel 1966 ndr,) ricordo che fummo premiati per uno spot pubblicitario il cui claim era, più o meno, “WWF: lottiamo ogni giorno a favore della nostra estinzione”. In metafora, in 60 secondi, raccontavamo di come il sogno dell’organizzazione e delle sue persone fosse che il mondo – in grado di autoproteggersi- non aveva più bisogno di loro.  In Russia invece la situazione si è drammaticamente capovolta, e non parliamo di un promo video. Qui il Wwf è stato estinto manu militari proprio perché la tutela della natura e le sue metriche danno fastidio. Come si dice: non disturbate il manovratore. 

La speranza, inutile dirlo, è che la sciagura della guerra abbia fine al più presto e che gli sforzi che la comunità internazionale, così come la chiesa, stanno profondendo in questo senso abbiano successo. Questa speranza ha un corollario non banale: il Wwf e tutte le altre organizzazioni censurate e messe al bando possano presto ricominciare il loro prezioso lavoro.

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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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