E’ sempre colpa degli altri

- di: Barbara Leone
 
Bisognerebbe fare un lungo esame di coscienza prima di pensare a criticare gli altri. Lo diceva Molière. Uno che, oltre a scrivere i capolavori teatrali che tutti conosciamo, ha combattuto per una vita intera contro la pedanteria, la presunzione e l’ipocrisia della politica. Caratteristiche, queste, evidentemente assai care al Pd. Almeno stando alle dichiarazioni del suo Segretario Enrico Letta, che durante la conferenza stampa del the day after ha praticamente detto: è un giorno triste, mi dimetto ma non mi dimetto ed è tutta colpa di Conte. E, in seconda battuta, anche un po’ di Calenda, che a Roma si è presentato nello stesso collegio della Bonino che non è stata eletta quindi cattivo anche lui. Ci mancava che dicesse glielo vado a dire alla signora maestra e il capolavoro era servito. Un po’ di sana autocritica mai, eh? E’ sempre colpa degli altri. Mica le scelte folli dal 2011 in poi, la distanza dal Paese, le candidature improbabili, il fritto misto con olio riciclato che prima o poi si ripropone peggio dei peperoni, il fuoco amico sugli alleati, il tradimento sulla pelle degli elettori, la fine dei circoli, l’assenza di identità, la mancanza di coerenza, una campagna elettorale ridicola al suon di arrivano i fascisti.

No. E’ colpa di Conte che ha fatto cadere il governo Draghi. Tralasciando, piccolissimo particolare, che nella sua coalizione ha imbarcato gente come Fratoianni che più e più volte ha votato contro la fiducia a Draghi. E tralasciando soprattutto, altro piccolissimo particolare, che Draghi aveva tutti i numeri per governare. E che non è stato sfiduciato, ma si è dimesso. Lui sì, hic et nunc e con dimissioni irrevocabili. Mentre Enricostaisereno ha solo detto che non si candiderà al prossimo congresso. Prossimo inteso come anno, non domani e nemmeno tra un mese. Se ne riparla a marzo, beato chi c’arriva. Contenuti, partecipazione e identità: ecco di cosa avrebbe dovuto parlare Letta. Un bell’esame di coscienza sarebbe stata cosa buona e giusta, oltre che segno d’intelligenza ed umiltà. Perché avete sbagliato tutto. E soprattutto apparite, perché lo siete, scollati dalla realtà ma soprattutto dal popolo e dai suoi bisogni. Che infatti s’è indirizzato altrove e, guarda caso, a distanza di sicurezza dalla fantomatica agenda Draghi che hanno visto solo loro. Fatti una domanda, e datti una risposta. Invece no. Non ci pensano proprio. Forse una vera sinistra sarà possibile, ed è soprattutto auspicabile per gli equilibri del nostro Paese. Ma sarà possibile solo dopo l’implosione dell’attuale Pd. Un partito che non è né carne né pesce. Semplicemente non è, e che quando ha governato è stato solo grazie a mirabolanti colpi di Palazzo. Non di certo per aver vinto le elezioni. Ma loro, imperterriti, continuano a votare segretari come se piovesse. Come se il problema fosse Letta. No, non è Letta.

Non solo, almeno. Il problema del Pd è il Pd. I numeri parlano chiaro. Così com’è chiaro che non ci hanno capito una mazza né della nostra fantastica legge elettorale, peraltro fatta da loro. Né degli italiani, che da quel dì stavano virando a destra. E l’imbarazzante analisi politica fatta oggi dall’ex ma non ex segretario risulta pure peggiore del risultato stesso. Perché dimostra tracotanza, cecità ed incapacità totale di dire una parolina facile facile: abbiamo sbagliato. Abbiamo sbagliato liquidando in quattro e quattr’otto il Movimento 5Stelle seguendo l’elite dell’opinione pubblica e sottovalutandone il radicamento popolare. Abbiamo sbagliato il rapporto coi riformisti e abbiamo sbagliato la campagna elettorale fatta tutta contro il nemico di turno. Prima era Berlusconi, oggi Meloni. La rima fatela voi. Siete noiosi e insopportabilmente supponenti. Come la Serracchiani, che nel commentare i disastrosi risultati elettorali invece di guardare in casa sua ha se n’è uscita che anche la Lega è in calo e che comunque anche nel centrodestra avranno i loro problemi. Ma sei seria? Qui è tutta la dirigenza che deve andare a casa. In politica non ci sono ombrelli sotto cui ripararsi, bisogna avere il coraggio di uscire allo scoperto. Ma uno, come disse Don Abbondio, “ il coraggio non se lo può dare”. E però la superbia non è mai una bella cosa, vedi come gli è finita anche a Gigino Gigetto, vola Gigino e non tornò più. 
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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